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Salgono nuovamente i rendimenti delle obbligazioni, segnale negativo per l'equity

Pubblicato 18.10.2018, 10:18
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Buongiorno ai Lettori di Investing.com.

Nelle ultime sedute c’è stato un sostanziale consolidamento del sentiment e in questo contest i tori del dollaro hanno cercato di riprendere il controllo coi rendimenti dei Treasury in rialzo. La paura, almeno per ora, sembra essersi arrestata e il focus è tornato sui fondamentali. Ieri sera i verbali del FOMC hanno catalizzato l’attenzione degli operatori, verbali che anticipano ulteriori aumenti graduali del costo del denaro, ma hanno anche evidenziato come potrebbe essere necessaria una spinta al di sopra della neutralità qualora la piena occupazione dovesse far accelerare salari e inflazione.

E’ forse la prima volta che la FED manifesta preoccupazione su pressioni inflazionistiche (anche se i dati duri finora sono tranquilizzanti). In questo quadro si inserisce il balzo oltre il 3,20% di rendimento del decennale americano e non siamo distanti dal 3,26% che la scorsa settimana innescò tutto quel che sappiamo. Se dovesse cedere quel livello, coppie come EUR/USD e USD/JPY probabilmente verrebbero pilotati con violenza dal differenziale di tassi.

Passando alla Brexit, siamo giunto all’ultimo atto dei negoziati. S’era detto, non molto tempo fa, che il vertice UE di ottobre avrebbe dovuto condurre a qualcosa di concreto e invece siamo ancora in alto mare. I negoziati dovranno proseguire, con la possibilità che il periodo di transizione possa essere esteso di un anno (fino al 2021). La May sembra essere più ottimista ma la questione della frontiera dell'Irlanda del Nord sembra un ostacolo insormontabile. Proprio accaduto dopo il summit di settembre, la sterlina è di nuovo sotto pressione.

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Wall Street ha recuperato le perdite d’inizio seduta di mercoledì, l’indiceSP 500 ha chiuso pressoché invariato perdendo appena un tick (2809 punti), ma con i future che perdevano circa mezzo punto percentuale all’apertura della sessione europea. I mercati asiatici sono scesi ( Nikkei -0,8%, Shanghai Composite -2,2%), mentre in Europa dopo la falsa partenza sembra esserci voglia di rialzo. Nel forex abbiamo l’euro (rendimenti italiani in crescita) e la sterlina (i problemi Brexit) sotto pressione, lo Yen sta rimbalzando. Le materie prime mostrano una correzione sull'XAU/USD e l’XAG/USD, mentre il petrolio sta provando a trovare sostegno dopo le brusche perdite dovuto alle scorte.

Sul fronte macroeconomico il calendario proporrà le vendite al dettaglio britanniche alle 10:30, che su base mensile (escludendo le auto a benzina) dovrebbero perdere lo 0,4% a settembre ma in realtà il dato annualizzato vedrebbe un aumento del 3,7% (da +3,5% ad agosto). In America avremo le richieste settimanali sui sussidi di disoccupazione (ore 14:30) che dovrebbero scendere a 212.000 (da 214.000).

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