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L’argento, 'l’oro dei poveri', segna la performance migliore in 40 anni a luglio

Pubblicato 31.07.2020, 12:25
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

Viene chiamato 'l’oro dei poveri'. Tuttavia, la performance dell’argento questo mese è stata tutt’altro che da poveri: è stato il re delle materie prime per quanto riguarda i ritorni a luglio.

Avviandosi a chiudere il mese con uno storico rimbalzo del 30% del suo prezzo (l’aumento mensile maggiore degli ultimi 40 anni), l’argento sta vivendo quello che Philip Streible, a capo delle strategie di mercato per Blue Line Futures, definisce “il meglio di entrambi i mondi”: agganciandosi all’oro come asset rifugio ma schizzando anche grazie alla domanda come metallo industriale.

È stata una corsa incredibile quella dell’argento, che era crollato verso i minimi di 12 anni, intorno agli 11,645 dollari l’oncia a marzo, quando la maggior parte delle materie prime sono rimaste strette nella morsa dell’apice della crisi del coronavirus. Poi, quando l’oro è decollato grazie agli stimoli lanciati dalla Federal Reserve e dalle altre banche centrali globali, l’argento si è accodato alla corsa.

“Le persone inizialmente sceglievano l’oro come sicurezza, e oro e dollaro venivano scambiati insieme”, afferma Streible.

“Quando i titoli azionari salivano, l’oro scendeva, e così anche il dollaro. E poi la Fed è diventata aggressiva nell’offrire tutto l’aiuto che poteva ad ogni tipo di impresa ed è stato allora che i metalli preziosi si sono sganciati e il dollaro è sceso al minimo di due anni in caduta libera”.

Monthly COMEX Silver Futures

Grafico mensile future dell’argento COMEX

Il rialzo dell’argento a luglio, il maggiore dal settembre 1980, lo rende la materia prima con la performance migliore questo mese, seguito in seconda posizione dai future del legname USA, mentre i tiratardi sono perlopiù i cereali (riso, avena e granturco), insieme a benzina, crollata del 4%, e greggio, che ha perso l’1% del valore nonostante gli enormi tagli coordinati della produzione portati avanti dai principali esportatori.

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Anche se l’oro può proteggere dall’inflazione, l’argento offre molto di più, scrive Streible.

“Per quanto riguarda il settore industriale, una parte di argento crea sette tipi di industrie, dalla produzione di energia alle miniere, ai trasporti, alla raffinazione di metalli, alla conservazione, alla produzione di prodotti ed alla distribuzione. E se il vice Presidente Biden dovesse riuscire ad arrivare alla Casa Bianca, intende portare avanti il tipo di emissioni dei veicoli su modello europeo e combattere i cambiamenti climatici con energia solare ed eolica, tutte cose che richiedono argento”.

“Non batterei ciglio” se l’argento arrivasse a 50 dollari

Un prezzo “realistico, adeguato all’inflazione” per l’argento sarebbe di 30 dollari l’oncia, afferma Streible.

“Non sarei sorpreso se dovesse finire l’anno a 30 dollari”, ha spiegato, con il prezzo che ha segnato il massimo di otto anni di 26,28 dollari l’oncia questa settimana. “Non batterei ciglio neanche se arrivasse a 40 o 50 dollari, essendo relativamente sottovalutato rispetto all’oro”.

Streible afferma che l’unico modo in cui argento o oro verrebbero “colpiti a tradimento” sarebbe se arrivasse sui mercati domani un vaccino sicuro e funzionante.

Aggiunge:

“Ciò potrebbe riportare l’argento al range di 16-18 dollari”.

“Ma servirebbe molto più che un vaccino. Sarebbe necessario anche che la Fed chiudesse i programmi di prestito e non è una cosa che succederà nel giro di una notte. Persino con la Fed in modalità di riduzione dello stimolo, l’oro probabilmente tornerebbe a circa 1.750-1.800 dollari per cominciare. Gli orsi potrebbero non assistere a quel tonfo dei metalli preziosi che desiderano”.

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Christopher Lewis, analista dei metalli indipendente che scrive per FX Empire, afferma che semplicemente non vale la pena ostacolare quel treno merci che è il rally dell’argento:

“Francamente, si tratta di un mercato che non si dovrebbe mai pensare di vendere, o almeno non nell’immediato futuro e, considerato che la Federal Reserve pensa di liquefare i mercati in futuro, è un po’ difficile capire come qualcuno possa pensare che andare short sull’argento sia una buona idea”.

“Credo che a questo punto la Federal Reserve continuerà ad aggiungere liquidità sui mercati, trascinando giù il valore del dollaro USA. E questo a sua volta farà salire il valore dei metalli preziosi e penso che sia proprio a questo che stiamo assistendo”.

I tori dell’argento si sono presi un bello spavento ieri, quando il prezzo è crollato di quasi il 4%, imbrigliato nel forte ribasso di tutte le materie prime che ha portato giù persino l’oro, sebbene solo dello 0,6%. Ma il ribasso è durato appena una seduta.

Questa mattina, l’argento è già schizzato di quasi il 4% sulla giornata, mentre l’oro ha finalmente sfiorato la magica soglia dei 2.000 dollari per la prima volta nella storia. Ma anche così, non riesce a tenere il passo con i rialzi segnati dall’argento questo mese. L’oro è balzato di quasi l’11%, il rialzo mensile maggiore dal gennaio 2012.

Scrive Lewis:

“Sul lungo termine, penso che il mercato dell’argento andrà molto più su, ma potremmo dover rallentare un po’ al fine di attirare più trader orientati al valore. Non ho interesse ad andare short su questo mercato, a prescindere da cosa succederà dopo. Come minimo, dovremmo consolidare un po’ prima di riprendere il ritmo. Sul lungo termine, l’argento salirà ancora di più”.

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Cali comprati rapidamente

Spiega che qualsiasi eventuale calo dell’argento probabilmente sarà comprato rapidamente.

“Probabilmente scenderà piuttosto bruscamente ad un certo punto ma, alla fine, dovremmo vedere l’arrivo dei compratori. Penso che puntare al calo abbia senso e sarei particolarmente interessato al livello di 22 dollari. Il livello di 20 dollari che si trova sotto dovrebbe continuare ad essere di supporto e, se dovessimo in qualche modo arrivarci, è probabile che possiamo trovare abbastanza pressione di acquisto”.

Eli Tesfaye, esperto di strategie dei metalli preziosi di RJO Futures, concorda:

“Qualsiasi calo dell’argento viene visto come un’opportunità di comprare più che di vendere, secondo me … Ancora non penso ai massimi”.

“Il rapporto oro/argento è ancora al di sotto della media decennale di 85,30. Il trend ci è amico”.

Il rapporto oro/argento si calcola dividendo il prezzo dell’oro per quello dell’argento. Questa mattina, il rapporto era a 1:81, il che significa che al momento servono 81 once di argento per comprare un’oncia di oro. Il rapporto aveva raggiunto il massimo storico di quasi 1:127 a metà marzo, quando l’oro si aggirava intorno ai 1.704 dollari e l’argento si trovava al minimo di 11 anni di 11,65 dollari. Il rapporto in precedenza si attestava ad una media di 1:56 da decenni.

“Il rapporto oro/argento è ancora ben al di sopra di dove dovrebbe essere”, puntualizza Streible. “Dovrebbe tornare alla media di circa 1:60. Mi aspetto che l’argento continui ad avere una performance migliore dell’oro su base relativa”.

Nota: Barani Krishnan non possiede e non ha una posizione sugli asset di cui scrive.

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