Sui mercati asiatici l’umore è migliorato leggermente dopo che Wall Street aveva archiviato la seduta di martedì con il segno meno. A New York i titoli del comparto salute hanno sovraperformato sulla scia dei timori che la diffusione del coronavirus possa far aumentare la domanda di farmaci.
Netflix (NASDAQ:NFLX) ha registrato utili solidi nel quarto trimestre, grazie al balzo inaspettato degli abbonamenti, pari a 8,8 milioni, a fronte dei 7,6 milioni promessi agli investitori. La società ha però pubblicato previsioni caute sulla crescita degli abbonati per questo trimestre, visto l’intensificarsi della concorrenza nel settore dello streaming in diretta, con il lancio spettacolare, alla fine dello scorso anno, di Apple (NASDAQ:AAPL) TV e Disney+.
Le azioni giapponesi (+0,67%) hanno recuperato parte delle perdite di ieri, l’Hang Seng è rimbalzato dell’1,22%, l’ASX 200 ha guadagnato lo 0,94%, il Composite di Shanghai (+0,33%) ha imitato la tendenza con timidi rialzi.
Lo yen si è indebolito oltre la soglia a 110 contro il dollaro USA e l’oro è sceso a $1550 all’oncia sull’onda del miglioramento del sentiment.
La sterlina ha guadagnato dopo i dati sulle retribuzioni migliori del previsto pubblicati ieri. Sebbene le ultime cifre abbiano mostrato che il mercato occupazionale britannico ha tenuto nonostante le incertezze politiche e le manovre per la Brexit, i trader hanno un unico dato in testa, ovvero la pubblicazione, venerdì, del PMI, con la prima serie di dati riferiti al periodo post-elezioni. Stando alle previsioni, PMI manifatturiero e servizi dovrebbero mostrare un miglioramento a febbraio. E su questa aspettativa si baseranno le azioni dei trader della sterlina fino a venerdì, qualunque cosa accada.
I future su FTSE (+0,33%) e DAX (+0,56%) puntano a un avvio positivo in Europea, dopo la seduta per lo più fiacca di martedì. Fatta eccezione per il DAX, che ha scambiato vicino ai massimi da due anni, dopo che il sondaggio ZEW ha sorpreso per il forte rialzo, con una lettura solida pari a 26,7 punti, a fronte dei 15,0 previsti dagli analisti e dei 10,7 del mese precedente.
Tuttavia, nemmeno i sondaggi ZEW positivi in Germania ed Eurozona sono riusciti a sollevare il sentiment per l’euro. L’EUR/USD ha ampliato le perdite, scendendo a 1,1077 in Asia. Probabilmente si troverà un supporto vicino alla media mobile a 100 giorni (1,1071) prima della riunione di giovedì della Banca Centrale Europea (BCE), ove Christine Lagarde dovrebbe dipingere un quadro leggermente migliore della salute economica dell’Unione, placando le colombe.
Il greggio WTI è scivolato sotto i $58 al barile, perché le preoccupazioni per le implicazioni economiche della diffusione del coronavirus e il calo delle previsioni sulla crescita globale del FMI potrebbero compensare agevolmente le temporanee interruzioni delle forniture in Medio Oriente, esercitando un’ulteriore pressione al ribasso.
Il calo del petrolio pesa sul dollaro canadese, che a dicembre aveva guadagnato quasi il 3% contro il dollaro USA. Ora l’USD/CAD testa le offerte a 1,31, mentre, all’odierna riunione di politica monetaria, la Banca del Canada (BoC) si prepara a lasciare invariato il tasso di riferimento all’1,75%. A dicembre l’inflazione canadese dovrebbe essere salita al 2,3% dal 2,2% registrato il mese precedente. Una lettura solida dell’inflazione dovrebbe far rimanere defilate le colombe della BoC.
Altrove, gli investitori si comportano come se il processo per l’impeachment di Trump non si stesse svolgendo per nulla. Non c’è il minimo interesse in ciò che sta succedendo. In uscita oggi, l’indice sulle attività della Fed di Chicago potrebbe mostrare una certa debolezza a dicembre, contenendo in modo generalizzato i rialzi del dollaro USA.