Musk: il Full Self Driving pronto entro la fine dell’anno
Genio dell’innovazione, dell’industria, della finanza e soprattutto della comunicazione, Elon Musk è tornato in campo per cercare di rilanciare l’immagine di Tesla (NASDAQ:TSLA) dopo il duro giudizio della Borsa sui risultati del primo trimestre. Il giorno dopo il tonfo del 10% dell’azione Tesla al Nasdaq, l’azienda annuncia il rialzo dei prezzi di alcuni modelli: sembra una risposta immediata alle preoccupazioni del mercato per la caduta della redditività dell’azienda.
Inoltre il vulcanico fondatore è tornato ad agitare la bandiera del sistema di guida autonomo FSD (Full self driving) che, ha annunciato Musk, Tesla potrebbe lanciare entro quest’anno. E’ una delle promesse più ripetute e più disattese di Musk.
Oggi i proprietari di una Tesla possono chiedere per 15.000 dollari l’installazione di un sistema di guida assistita con diverse funzioni, ma che non ha la capacità di condurre l’automobile in piena autonomia e richiede comunque la sorveglianza del guidatore. Nei suoi annunci, compreso quello di oggi, Musk ha sempre sottolineato di vedere il Full Self Driving System come un importante strumento per aumentare in futuro i ricavi di Tesla. Ma la messa a punto di questa tecnologia si è rivelata più difficile del previsto e ancora adesso nessuno sa bene quanto manca al possibile lancio commerciale del prodotto.
Il Gross margin caduto sotto il 20%
Giovedì 20 aprile l’azione Tesla è caduta del 9,7% a 162,99 dollari, minimo dallo scorso 26 gennaio. La performance dall’inizio dell’anno si è così ridotta a +50%, dal +80% segnato alla fine del primo trimestre. Il numero che più ha deluso fra i dati annunciati il 19 aprile è quello sul Gross margin dell’attività automobilistica, sceso al 19,3% contro una previsione degli analisti di 22,4%, che già sarebbe stato in forte calo dal 27% dello stesso trimestre dell’anno scorso. La cosa che ha colpito è che il dato sconfessa la promessa che lo scorso gennaio aveva fatto il Cfo di Tesla, Zachary Kirkhorn, il quale aveva detto che il Gross margin, in ovvia contrazione a causa delle forti riduzioni dei prezzi di vendita delle auto Tesla, non sarebbe sceso sotto il 20%.
Annunciati aumenti di prezzo per Model S e Model X
Gli aumenti di prezzo annunciati oggi non sembrano un cambio di rotta rispetto alla via finora seguita di utilizzare gli sconti per aumentare le quote di mercato, anche a discapito della redditività. Tesla ha alzato i prezzi in Usa della berlina di lusso Model S e del grande Suv Model X, i due modelli più prestigiosi e più cari. Per entrambi l’aumento è di 2.500 dollari, vale a dire un ritocco fra il 2% e il 3%. Adesso la versione base della Model S costa 87.490 dollari e quella della Model X 97.490 dollari.
La variazione dei prezzi dei veicoli di fascia più alta è molto meno significativa per i profitti di Tesla rispetto all'adeguamento dei prezzi della Model 3 o della Y. L'azienda ha venduto solo 10.695 Model S e X nel primo trimestre, circa il 2,5% delle consegne totali.
Il Ceo di Ford: Musk vuole la guerra dei prezzi
Bloomberg riporta che qualche ora prima della pubblicazione degli aumenti di prezzo, l'amministratore delegato di Ford, Jim Farley, ha dichiarato che Tesla potrebbe scatenare una guerra dei prezzi.
Le mosse di Tesla per sostenere la crescita sono "completamente razionali e non dovrebbero sorprendere nessuno", ha detto Farley durante un evento di beneficenza a Detroit. "Le guerre dei prezzi stanno scoppiando ovunque”.
La posizione unica di Tesla tra i produttori di veicoli elettrici ha attirato paragoni con i primi anni di vita della Ford. La sua innovazione ai primi del Novecento - la catena di montaggio – mise fuori mercato altre case automobilistiche abbassando i costi a livelli che le altre aziende non riuscirono a raggiungere.
Deutsche Bank e Goldman Sachs confermano il Buy
Per gli investitori ora si apre un dilemma: grazie alla sua supremazia tecnologica Tesla potrebbe vincere questa guerra dei prezzi e tenere a bada la crescente concorrenza delle Case automobilistiche tradizionali, che sgomitano per affermarsi anche nella mobilità elettrica. Ma fino a che livello può scendere la redditività del gruppo? O meglio, è giustificata una quotazione che valorizza ancora Tesla 52 volte gli utili attesi per l’anno in corso, contro le 5,9 volte di General Motors (NYSE:GM), le 5 volte di Ford, le 3,9 volte di Volkswagen (ETR:VOWG) e le 3,4 volte di Stellantis?
Per Goldman Sachs e per Deutsche Bank la risposta è sì: Tesla merita queste quotazioni. Entrambe le banche hanno confermato ieri il giudizio Buy, pur abbassando lievemente i target price: il nuovo obiettivo di prezzo di Goldman Sachs è 185 dollari (da 210 dollari), quello di Deutsche Bank è 200 dollari (da 250). Il target price medio dei 37 analisti censiti da Market Screener è 195 dollari, più alto del 20% rispetto al prezzo attuale.