Tesla (NASDAQ:TSLA) ha ingranato la sesta e non intende fermarsi.
Il 4 novembre, alla vigilia delle elezioni americane, il titolo chiudeva una serie di sedute negative in calo a 242,84 dollari, frenato dall’incertezza sull’esito del voto. Il patron Elon Musk aveva puntato tutte le sue fiches su Donald Trump, aumentando la volatilità sul titolo. Una scommessa azzardata secondo alcuni, ma decisamente vinta dall’imprenditore di origini sudafricane, che si è anche assicurato il ruolo di Doge alla Casa Bianca, prenotando un posto di rilievo istituzionale per i prossimi 4 anni.
Tesla è decollata nell'ultimo mese
Che si tratti di conflitto d’interesse o meno, poco importa in questa sede. I fatti dicono che le azioni Tesla hanno chiuso sopra quota 463 dollari il 16 dicembre, in crescita di oltre il 90% dalle elezioni Usa, e il vento per il prossimo anno potrebbe continuare a soffiare a favore del costruttore di ev.
L’ultimo anno di Tesla in Borsa
Mizuho e Wedbush alzano il tp sopra i 500 dollari
Se ne stanno convincendo gli analisti, con alcuni che hanno alzato l’asticella del target price sopra i 500 dollari. Si tratta di Wedbush (rating outperform e tp di 515 dollari dai precedenti 400 dollari) e Mizuho (rating outperform e tp alzato da 230 a 515 dollari).
Secondo i primi, l’amministrazione Trump nei prossimi 4 anni rappresenterà un “punto di svolta totale” per il futuro della guida autonoma e per l'IA di Tesla. Lo scenario rialzista ipotizzato da Wedbush fissa il prezzo obiettivo per il 2025 a 650 dollari, oltre il 40% in più rispetto al valore registrato in chiusura il 16 dicembre, con il market cap che potrebbe superare la soglia dei 2 triliardi di dollari entro la fine dell’anno.
Contemporaneamente, Mizuho è convinto che l’allentamento del quadro normativo sulla guida autonoma, le nuove politiche fiscali di Trump e i progressi sul taglio dei costi produttivi, avvantaggeranno le prestazioni di Tesla nei prossimi 4 anni.
Ma rimangono molti scettici
Tuttavia, sono ancora molti gli analisti non ancora pienamente convinti del potenziale di Tesla. Del resto, nei mesi precedenti alle elezioni americane, erano emersi i ritardi sulla guida autonoma e sul taglio dei costi, con il rinvio della messa in strada dei modelli più economici. Il titolo, allora, rimane ancora sopravvalutato stando all’analisi fondamentale e il target price medio resta poco al di sopra dei livelli preelettorali, ovvero a 277,85 dollari con uno spread compreso tra 258 e 363 dollari.
I broker sono divisi anche sul rating delle azioni Tesla. Al momento prevalgono, di poco, i Buy (19), contro gli Hold (15) e i Sell (13).
Inoltre, c’è anche il Fair Value che ci indica come il titolo abbia corso più di quanto ci si potesse aspettare in base al suo valore intrinseco fissato a 318,88 dollari.
Fonte: Investing.com, dati al 17 dicembre 2024
I principali rischi per Tesla
Viene immediato pensare che il Fair Value sottovaluti la determinazione di Musk e la resilienza di Tesla, che anche prima dell’entusiasmo di Trump aveva saputo stupire i mercati e rilanciarsi da sola grazie all’ultima trimestrale.
Ma allora, restando agganciati a numeri e fatti, cosa può andare storto?
Innanzitutto, guardando ai competitor, il titolo di Tesla è scambiato a un p/e monstre, pari a 116x contro i 23x della principale concorrente cinese Byd. Ma il paragone regge fino a un certo punto visto che Tesla è molto di più che un “semplice” costruttore di ev. Siamo di fronte a un’azienda leader nell’applicazione pratica dell’IA, in pole position per guidare le nuove tecnologie verso il mercato.
Più che altro a preoccupare sono le revisioni al ribasso sui prossimi utili che saranno comunicati al mercato il 22 gennaio 2025. Anche se negli ultimi mesi il sentiment si è invertito, facendo aumentare le previsioni positive, guardando all’ultimo anno gli analisti hanno abbassato le stime sugli eps quasi del 37%, portandole da 1,21 a 0,71 dollari.
Fonte: InvestingPro
E per battere queste attese non incoraggianti, l’azienda non potrà perdere terreno sul mercato cinese. È qui che nei prossimi anni si andrà a sviluppare il paradosso di Elon Musk, contemporaneamente a capo di un’azienda che punta sulla Cina e membro di amministrazione spiccatamente anticinese.
L’avanzata di Tesla in Cina
Pechino è fondamentale per Tesla perché rappresenta il mercato dell’auto più grande del mondo.
Al momento, il produttore di veicoli elettrici Usa si è riuscito a costruire una corsia preferenziale nel Paese. Gli accordi raggiunti ad aprile con il governo sulla guida autonoma, che Tesla potrà sviluppare grazie alla collaborazione con Baidu, permettono di guardare con fiducia all’avanzata dell’azienda nella Repubblica popolare.
E il presente è più solido che mai, come testimoniato dagli ultimi dati. Novembre è stato il mese migliore dell’anno per Tesla in Cina (oltre 73.000 veicoli venduti) e a inizio dicembre il colosso ev ha registrato le vendite settimanali più alte del quarto trimestre 2024, con 21.900 veicoli venduti in soli 7 giorni.
Tesla dovrà schivare la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina
L’obiettivo, allora, è quello di non inasprire i rapporti con Pechino, evitando che la sfida tecnologica tra Stati Uniti e Cina possa coinvolgere direttamente il produttore di veicoli elettrici e ostacolarne l’espansione nel mercato orientale.
Ciò che si aspettano gli investitori è che il rischio sia già stato calcolato da Musk, che, forte del suo nuovo ruolo istituzionale, farà tutto ciò che è in suo potere (e cioè molto) per evitare che il rally di Tesla venga frenato dalle contese geopolitiche.
D’altra parte, però, il prezzo di eventuali concessioni speciali a Tesla verrà fissato da Xi Jinping, motivo per cui, la soluzione al paradosso di Elon Musk e i dubbi sulle future performance di Tesla restano questioni aperte.
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