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Tesla, le contorsioni degli analisti in attesa dei dati sulle vendite

Pubblicato 30.06.2022, 11:30
Aggiornato 05.03.2021, 16:55
Il secondo trimestre avrebbe dovuto segnare un altro record di vendite, ma il lockdown in Cina sta facendo correre i broker ad abbassare le stime. Goldman Sachs (NYSE:GS) conferma il Buy con target a 1.000 dollari. Citigroup (NYSE:C) fra i più pessimisti.

Le vendite del secondo trimestre saranno annunciate nei prossimi giorni.

Goldman Sachs ha già detto che si aspetta risultati deboli, ma non per questo cambia la sua raccomandazione che è un Buy con target price a 1.000 dollari, un obiettivo di prezzo che incorpora una previsione di rialzo del 45% nei prossimi 12 mesi. Nei primi giorni di luglio Tesla (NASDAQ:TSLA) diffonderà i dati sulle vendite del secondo trimestre, un periodo fortemente segnato dai lockdown in Cina e dalla chiusura forzata della fabbrica di Shanghai. Uno dopo l’altro gli analisti stanno rivedendo le loro stime e per tutti si tratta di correzioni al ribasso.
Nei giorni scorsi Deutsche Bank (ETR:DBKGn) ha abbassato la previsione di vendite a 245.000 veicoli da 310.000 e la stessa cosa hanno fatto Morgan Stanley (NYSE:MS), Credit Suisse e Mizuho.
Nel primo trimestre 2022 Tesla ha segnato il record con circa 310.000 auto consegnate e all’inizio di aprile Wall Street scommetteva su un nuovo record in arrivo nel secondo trimestre con almeno 350.000 auto vendute, ma così non sarà. Il Covid e la politica cinese di tolleranza zero verso la pandemia ci hanno messo lo zampino.

Il consensus di FactSet indica 265.000 veicoli consegnati.


FactSet, la società specializzata nel raccogliere ed elaborare le previsioni degli analisti, dice che il consensus si aspetta un dato di vendite di 265.000 veicoli, ma è un consensus che potrebbe ancora scendere nelle prossime ore, visto che ci sono analisti che ancora non hanno corretto stime superiori a 320.000 auto vendute. delivery
Nel primo trimestre la fabbrica di Shanghai è quella che ha assicurato la fetta più rilevante della produzione di Tesla con 182.000 auto prodotte. Deutsche Bank si aspetta che questo dato risulti pressoché dimezzato per il secondo trimestre, mentre dallo storico stabilimento di Fremont, in California, dovrebbero essere uscite le solite 130.000 auto. La nuova fabbrica di Berlino, dove la produzione è stata avviata nel primo trimestre, e il nuovo impianto di Austin, partito ad aprile, non dovrebbero aver prodotto numeri significativi.

In Borsa più delle vendite di auto pesa l’effetto Twitter.


Come ha scritto recentemente Barron’s, resta da capire come dati di vendita deboli, ma ampiamente previsti, impatteranno sulla quotazione di Borsa di Tesla. A 685 dollari, il prezzo di chiusura di mercoledì 29 giugno, il titolo accusa un ribasso del 42% dall’inizio dell’anno, causato in buona parte dai timori per l’alta inflazione e il rialzo dei tassi. Ma c’è anche l’effetto Twitter che fa soffrire le quotazioni di Tesla, ovvero la preoccupazione che l’acquisizione del social media distragga le energie di Elon Musk, un Ceo già impegnato in tanti altri fronti, dai voli spaziali di SpaceX alla ricerca sulla bio-ingegneria medica di Neuralink. Barron’s ha calcolato che Tesla è scesa del 36% da quando è stato annunciato il primo investimento di Musk in Twitter, e nello stesso periodo il Nasdaq è sceso del 21%.
Dei 37 analisti censiti da MarketScreener, 21 raccomandano di comprare le azioni Tesla, 9 hanno un giudizio neutrale e sette consigliano di vendere. La media dei target price è 919 dollari, un obiettivo che incorpora una prospettiva di rialzo del 34%.

Citigroup ha stime molto alte e un target price molto basso.


Fra gli analisti più negativi su Tesla c’è Itay Michaeli, esperto di Citigroup, con una raccomandazione Sell. Michaeli si aspetta che Tesla realizzi nel 2022 un utile di 14,06 dollari per azione e nel 2023 un utile di 20,36 dollari per azione. Prendendo per buona la sua stima, vuole dire che oggi Tesla vale in Borsa 34 volte gli utili previsti per l’anno prossimo, il che la rende piuttosto attraente considerando che la media delle società quotate al Nasdaq vale 20 volte gli utili previsti nel 2023, ma ben poche hanno una previsione di crescita degli utili del 45% come Tesla. Eppure il target price di Michaeli, a 375 dollari, è uno dei più bassi. Ogni tanto è davvero difficile capire la logica degli analisti.

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