- La controversa posizione di Total sulla Russia sta trascinando al ribasso il suo titolo
- Avendo sovraperformato nell’ultimo decennio, i fondamentali di TTEF rimangono solidi
- È fondamentale per la transizione dell’UE dall’energia russa
- vendere questi asset a un prezzo più alto rispetto ai suoi concorrenti che hanno venduto in perdita;
- oppure continuare ad operare in Russia.
- Inflazione
- Disordini geopolitici
- Tecnologie rivoluzionarie
- Aumenti dei tassi di interesse
TotalEnergies (EPA:TTEF) sta perdendo terreno in un mercato che negli ultimi due trimestri è stato dominato dall’energia. Il titolo è in calo dell’11,5% su base annua, mentre i suoi omologhi europei, BP (LON:BP) e Shell (LON:SHEL), sono in rialzo rispettivamente del 2,4% e del 10,2%.
La sottoperformance di Total ha molto a che fare con la sua posizione sulla Russia e poco con la sua salute come società. Il gruppo è l’unica società dell’UE di petrolio e gas ancora presente in Russia, e questo ha spinto alcuni investitori a vendere le azioni.
A parte il sentiment, Total mantiene un’eccellente performance operativa, ha un team di gestione forte e ben posizionato per affrontare la crisi energetica dell’UE nel lungo periodo. L’asimmetria tra sentiment e fondamentali rappresenta un’opportunità interessante.
Fonte: InvestingPro+
La strategia di Total sulla Russia
TotalEnergies era fortemente coinvolta in Russia prima dell’invasione dell’Ucraina, detenendo una quota del 20% nel progetto Yamal, una quota del 19,4% in Novatek e una quota del 10% nel progetto Arctic LNG 2. Dopo l’invasione, ha scelto di mantenere questi investimenti, a differenza dei suoi colleghi dell’UE, che hanno venduto le loro attività russe nel giro di pochi giorni. La posizione attuale del gruppo rimane quella di rimanere in Russia, ma di non fornire capitali per nuovi progetti. La mossa controversa ha attirato una notevole attenzione da parte dei media, con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy che ha chiesto alla società di rifiutare i 440 milioni di euro di dividendi che avrebbe ricevuto dalla Russia, o di utilizzarli per la ricostruzione dell’Ucraina. Alcuni azionisti, in particolare gli investitori istituzionali, hanno venduto a causa del contraccolpo russo e l’incertezza circonda ancora il titolo.
L’AD del gruppo, Patrick Pouyanné, noto per la sua capacità di navigare nella politica al servizio degli obiettivi commerciali di Total, non è uno che fa polemica per nulla. Recentemente è stato rivelato che la scelta di Total di rimanere in Russia è stata sostenuta direttamente dal Presidente francese Emmanuel Macron e considerata una mossa strategica dal governo francese. Alla chiusura del conflitto, Total sarà in grado di:
La decisione dipenderà dall’andamento delle relazioni UE-Russia dopo la guerra. In ogni caso, quella che sembrava una perdita potrebbe rivelarsi una vittoria.
Performance operative e team di gestione forti
Fonte: CapitalIQ
Dalla sua nomina a AD nel 2014, Pouyanné e il suo team hanno svolto un lavoro eccezionale per migliorare le operazioni e la redditività di TotalEnergies. Nonostante il calo dei ricavi, Pouyanné è riuscito a far crescere il margine di utile netto di Total ogni anno dalla sua nomina fino a poco prima del COVID. Anche il flusso di cassa libero è cresciuto di oltre il 9% tra il 2012 e il 2021. Il risultato è che i rendimenti totali per gli azionisti del gruppo sono i migliori di tutte le cinque supermajor negli ultimi dieci anni.
Fonte: CapitalIQ
Crisi energetica dell’UE nel lungo termine
La guerra in Ucraina segna un cambiamento strutturale nel mercato energetico europeo, poiché i membri dell’UE non potranno più contare sulla Russia come fornitore di gas a basso costo.
TotalEnergies, un fornitore chiave nel vecchio continente, giocherà sicuramente un ruolo importante, visti (tra gli altri fattori) i suoi asset in Nigeria e Algeria, due dei Paesi che dovrebbero colmare il gap nell’approvvigionamento di gas naturale della Russia.
Allo stesso tempo, Total sta investendo miliardi di dollari in progetti di energia pulita, allineando ulteriormente i propri obiettivi a quelli dell’UE. RBC Capital Markets valuta le attività a basse emissioni di carbonio di Total a 35 miliardi di dollari, 11 miliardi in più rispetto a quelle di Shell, che si trova al secondo posto.
Fonte: RBC Capital Markets, Financial Times
Valutazione
Fonte: CapitalIQ
Il titolo attualmente è scambiato a 5,8 volte il dato price to earnings (ultimi dodici mesi): un minimo di quasi cinque anni che non sembra rappresentativo della solidità e delle prospettive di crescita dell’azienda.
C’è sicuramente margine di crescita. A parte il possibile rialzo, che gli analisti stimano al 35%-40%, TotalEnergies paga anche un rendimento dei dividendi rendimento dei dividendi del 5,6%.
Fonte: InvestingPro+
Conclusioni
È chiaro che il marchio Total ha sofferto molto in seguito alla decisione della società di mantenere le sue attività russe. Ma queste attività potrebbero rivelarsi utili in futuro ed è solo questione di tempo prima che gli investitori se ne rendano conto e superino lo stigma che circonda il nome. In quanto leader nel settore delle energie rinnovabili e proprietaria di importanti asset di gas naturale, Total è destinata a svolgere un ruolo importante nella soluzione a lungo termine dell’UE all’attuale crisi energetica.
Mentre tutte le major petrolifere hanno registrato performance migliori negli ultimi tre trimestri, TotalEnergies è rimasta indietro. Credo che sia destinata a recuperare.
Nota: L’autore non possiede attualmente una posizione in TotalEnergies SE. Questo articolo è scritto solo a scopo informativo. Non costituisce una sollecitazione, un’offerta, un consiglio, una consulenza o una raccomandazione di investimento.
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