Ci sono molti modi per descrivere l’attuale rally dell’oro. Entusiasmante, promettente, duraturo: vanno tutti bene.
C’è un aggettivo che però non va bene: parabolico.
Parabolico è il rally del petrolio: +25% in sole sei settimane. Parabolico era stato anche il rally dell’oro dovuto alla pandemia nel 2020, con il prezzo passato dal minimo di 1.485 dollari l’oncia a marzo al massimo storico di oltre 2.121 dollari entro l’agosto di quell’anno, prima che la ripresa dal virus permettesse ai titoli azionari di segnare nuovi picchi che hanno minato l’appeal di asset rifugio dei lingotti.
Ma nel 2022 sono arrivati due nuovi fattori ad influenzare i titoli azionari ed entrambi stanno portando scompiglio a Wall Street, spingendo al contempo l’oro: la potenziale invasione russa dell’Ucraina e l’inflazione fuori controllo negli Stati Uniti.
Tuttavia, il rally dell’oro non tiene il passo con la decimazione dei prezzi dei titoli azionari sull’S&P 500 o sul NASDAQ, che hanno perso 40 e 400 punti, rispettivamente, in molti giorni dall’inizio dell’anno.
Grafici gentilmente forniti da skcharting.com
I lingotti hanno iniziato gennaio sopra i 1.800 dollari, poi sono scesi a circa 1.781 dollari, prima di prendere sistematicamente forza infrangendo un livello di resistenza dopo l’altro: prima a 1.830, poi 1.850 e ieri 1.870 dollari (che per coincidenza è stato anche un massimo di tre mesi).
È questo rialzo organico, mattone su mattone, che sta dando la fiducia, a chi segue la corsa dell’oro dall’inizio dell’anno, che non si fermerà fino a quando non avrà raggiunto almeno i 1.900 dollari. E potrebbe anche continuare da lì per arrivare ad un nuovo massimo storico, sopra i 2.000 dollari.
Come spiega l’economista Adam Button, è difficile separare la storia dell’inflazione da quella del conflitto russo-ucraino per quanto riguarda l’azione di prezzo dell’oro.
Ed Moya, analista della piattaforma di trading online OANDA, ha un’opinione ottimista sull’oro.
Dopo mesi di azione di prezzo deprimente, i tori dell’oro hanno cominciato a vedere un sostenuto slancio al rialzo da gennaio, con l’aumento dell’inflazione statunitense.
Il banchiere della Federal Reserve James Bullard ieri ha dichiarato che la credibilità della Fed sarà messa alla prova se non alzerà i tassi di interesse in modo adeguato a combattere l’inflazione fuori controllo.
Goldman Sachs la scorsa settimana ha reso noto che si aspetta che la Fed implementi sette aumenti dei tassi da un quarto di punto quest’anno, rispetto ai cinque che stimava precedentemente. La Federal Reserve ha sette vertici di politica monetaria in agenda tra marzo e dicembre, dunque potrebbe alzare i tassi ad ogni riunione quest’anno, se Goldman dovesse avere ragione.
Bullard ha sconvolto i mercati la scorsa settimana affermando che si augura che la Fed aumenti i tassi di un intero punto percentuale entro il 1° luglio. La banca centrale si vedrà tre volte tra marzo e il 1° luglio, il che significa che dovrà alzare i tassi di oltre un quarto di punto almeno una volta per arrivare all’obiettivo voluto da Bullard.
L’oro ha beneficiato dalle avvisaglie di guerra dello scontro russo-ucraino.
Ma nell’eventualità di una mancata invasione non tutti sono tanto rialzisti sull’oro.
“Quando tutto sarà finito per quanto riguarda la situazione di Russia ed Ucraina, all’oro potrebbero restare poche ragioni per essere troppo ottimista, tra l’aumento dei tassi di interesse in tutto il mondo”, scrive l’analista delle valute Justin Low in un post su ForexLive.
“Ci sarà qualcosa da considerare anche se le materie prime in generale stanno affrontando potenzialmente un ciclo rialzista piuttosto forte”.
Tuttavia, i grafici dell’oro non mentono e quelli attuali indicano un breakout, non un fakeout, scrive Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com.
“L’oro conferma un forte breakout sopra il precedente apice di 1.877 dollari e il mood rialzista pervade le principali finestre temporali, sia quella giornaliera, che settimanale, che mensile, con forti dati stocastici e RSI”.
“Fino a quando l’oro riuscirà a restare sopra i 1.860 dollari, il livello di ritracciamento di Fibonacci del 23,6% misurato da 1.678 a 1.916 dollari, lo slancio rialzista resterà intatto, puntando a 1.898-1.916 dollari”.
“Se il conflitto russo-ucraino dovesse intensificarsi, la corsa alla sicurezza porterà l’oro a 1.975 dollari, cioè altri 100 dollari dal prezzo attuale”.
Nell’evento di una de-escalation russa nei confronti dell’Ucraina, il premio di rischio dell’oro potrebbe diminuire ed innescare una brusca correzione per via di un RSI overbought a 73 sul grafico giornaliero, dice Dixit. “L’oro potrebbe passare da 1860 a 1825 in un attimo. Ma, dal momento che il trend principale è rialzista, i compratori probabilmente arriveranno al test delle aree di valore”.
Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.