Ieri i mercati hanno vissuto una giornata caratterizzata da significative oscillazioni, con una chiusura in forte calo soprattutto negli Stati Uniti. La sessione europea era iniziata in modo positivo, con il settore bancario italiano e Telecom Italia (BIT:TLIT) in evidenza. Telecom Italia, in particolare, ha guadagnato il 4%, alimentata da speculazioni su operazioni di fusione e acquisizione e da voci sulla vendita di Sparkle.
Il dato sull'inflazione europea, atteso al 2,4%, si è rivelato perfettamente in linea con le previsioni. Questo risultato, pur segnalando un leggero rialzo rispetto al mese precedente, non ha sorpreso i mercati, che avevano già scontato un possibile aumento dovuto alla fine dell'effetto calmierante dei prezzi dell'energia di novembre. Nonostante una lieve correzione, i mercati europei sono rimasti complessivamente stabili durante la mattinata.
Nel pomeriggio, l'attenzione si è spostata sugli Stati Uniti, dove sono emersi segnali preoccupanti. La bilancia commerciale ha mostrato un dato stabile, mentre le nuove offerte di lavoro sono aumentate a 8,1 milioni, segnalando una crescita dell'economia. Tuttavia, il dato che ha realmente scosso i mercati è stato l'indice ISM, salito a 54,1 punti contro i 53,5 attesi. Ancora più allarmante è stato l'aumento dell'indice dei prezzi pagati dalle aziende, passato da 58,2 a 64,4 punti. Questo dato suggerisce che le aziende si trovano a sostenere costi crescenti dai fornitori, un segnale che potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi finali e quindi in un'accelerazione dell'inflazione.
Le implicazioni per la politica monetaria della Federal Reserve sono state immediate. Solo poche settimane fa si stimavano fino a tre tagli dei tassi d'interesse per il 2025; ora, gli operatori ritengono che ci sarà al massimo un taglio, non prima di giugno o luglio. Questo rapido cambiamento di prospettiva ha generato incertezza e vendite sul mercato obbligazionario e azionario.
Negli Stati Uniti, il rendimento dei Treasury a 10 anni si è avvicinato al 5%, un livello molto alto che riflette le crescenti preoccupazioni sull'inflazione. Anche i rendimenti dei bond europei sono aumentati, con il decennale italiano e quello francese in forte rialzo. Questa correlazione tra i mercati obbligazionari riflette le aspettative di tassi d'interesse più alti a livello globale.
Il mercato azionario ha reagito negativamente. Il Nasdaq ha chiuso in calo dell'1,89%, penalizzato dal forte ribasso di titoli tecnologici come Nvidia, che ha perso il 6%. Nonostante l'ottimismo iniziale dovuto a nuove presentazioni di Nvidia a Las Vegas, l'aumento dei tassi di interesse ha pesato pesantemente sul settore. Anche il Bitcoin ha subito un calo significativo, perdendo il 5,1%.
Ad aggiungere incertezza sono state le dichiarazioni di Donald Trump, che ha paventato l'uso della forza per espandere i confini degli Stati Uniti, citando Groenlandia, Canada e Golfo di Panama come aree di interesse. Inoltre, ha menzionato la possibilità di imporre nuovi dazi a Danimarca, Canada e Messico, alimentando timori di tensioni economiche globali.
La combinazione di dati macroeconomici, aspettative di politica monetaria più restrittiva e incertezze geopolitiche ha pesato sui mercati, che restano sotto pressione con prospettive incerte per i prossimi mesi.