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TRY più in forma, lunghi sullo ZAR a rischio

Pubblicato 12.03.2015, 16:50
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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I mercati valutari si muovono in scia alle azioni, concrete e previste, delle banche centrali, oltre che dei dati economici. La lira recupera le perdite contro EUR e USD dopo che il presidente Erdogan e il governatore della BCT Basci hanno deciso di comune accordo di mantenere la “stabilità”; la RBNZ ha mantenuto lo status quo, mentre i dati australiani sul lavoro hanno sorpreso al rialzo. In Sudafrica, il significativo deterioramento della produzione aurifera e mineraria ha frenato i lunghi correttivi sullo ZAR, dando alla SARB, la banca centrale sudafricana, ben pochi motivi per procedere a breve a un rialzo del tasso d’interesse per frenare la svalutazione del rand sudafricano.

Chi opera con il carry trade si butta sui lunghi in TRY: Erdogan e Basci mirano alla “stabilità”

La lira recupera le perdite contro EUR e USD perché i colloqui fra il presidente Erdogan e il governatore della banca centrale turca (BCT) si sono svolti senza intoppi. I responsabili della politica hanno deciso di comune accordo di mantenere “l’attuale contesto di fiducia e stabilità”, ciò significa che, molto probabilmente, alla riunione della prossima settimana i tassi rimarranno invariati; immediatamente gli amanti del rischio si sono buttati sui lunghi in TRY per approfittare dello spread sui tassi. Pur sostenendo apertamente tassi più bassi, il presidente Erdogan sa che agire aggressivamente contro il mercato genererebbe l’esito contrario, proprio come è successo un anno fa. Nel gennaio del 2014, la riluttanza ad allineare il tasso alle attese del mercato si era concluso con un aggressivo rialzo del tasso d’emergenza (il tasso di riferimento era stato aumentato dal 4,5% al 10%). Ovviamente uno scenario del genere è tutt’altro che desiderabile tre mesi prima delle elezioni in Turchia.

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Per operatori con un elevato profilo di rischio diventano interessanti le posizioni in carry a breve scadenza sulla coppia EUR/TRY. Rimaniamo piatti sull’USD/TRY in scia alla previsione di una Fed aggressiva. La volatilità realizzata a un mese ha superato il 20%, quindi bisogna considerare il rischio di regolamenti di posizioni ogni volta che si apre una posizione in EUR/TRY. Il rischio d’inversione incombe soprattutto se si arriverà a un accordo con la Grecia.

RBNZ soddisfatta degli attuali livelli dell’NZD

La RBNZ ha mantenuto invariato il suo tasso ufficiale di cassa al 3,50% e ha rivisto al ribasso le previsioni su crescita e inflazione. Alla luce del trend accomodante nelle politiche monetarie globali (sebbene la Fed costituisca una forte eccezione), ora si prevede che la RBNZ manterrà i tassi fermi fino alla fine del 2015. Si ritiene che il kiwi (NZD) sia sopravvalutato, ma la RBNZ sembra soddisfatta dei livelli attuali. Negli ultimi otto mesi, l’NZD ha ceduto il 18,5% contro l’USD. Dopo l’annuncio, la coppia NZD/USD ha compiuto un rimbalzo da 0,7200 a 0,7383. Il sentiment dovrebbe diventare positivo se prima della chiusura settimanale saranno superate le barriere a 0,7385/0,7400. L’impatto negativo delle notizie infondate sulla presunta contaminazione del latte in polvere di Fonterra continua a pesare sui prodotti caseari.

I dati sul lavoro australiani sorprendono al rialzo

A febbraio, l’economia australiana ha creato 15.600 posti di lavoro. Più di due terzi dei nuovi impieghi sono a tempo pieno (10.300). Il tasso di disoccupazione è migliorato, scendendo dal 6,4% al 6,3%, ma anche il tasso di partecipazione è calato, passando dal 64,7% al 64,6%. L’AUD/USD si è ripreso fino a 0,7657 a Sydney. Gli indicatori di trend e momentum rimangono nettamente negativi, 75 centesimi è l’obiettivo a proseguimento del canale di trend ribassista in atto da ottobre 2014 a marzo 2015. S’intravedono discrete opzioni standard di tipo put in scadenza oggi e domani a 0,76/0,77.

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L’AUD/NZD è sceso sotto la media mobile a 21 giorni (1,0392). Una chiusura giornaliera sotto il pivot settimanale (1,0422) dovrebbe spianare la strada verso la base del trend ribassista in atto da gennaio a marzo (1,0272).

La produzione aurifera sudafricana crolla del 27,5%

In Sudafrica, la produzione aurifera è scesa del 27,5% su base annua a gennaio, la produzione mineraria e di platino è calata rispettivamente del -4,7% e del -14,1%. Il forte deterioramento dei dati sulla produzione, cui si somma il consolidamento di bilancio, dovrebbe frenare le attese di un rialzo del tasso d’interesse e limitare la correzione positiva dello ZAR sotto quota 12 contro l’USD. Alla luce della flessione globale dei prezzi delle materie prime, la svalutazione del rand non viene vista come una grave minaccia per le dinamiche inflazionistiche e concede alla SARB di essere accomodante in modo flessibile per sostenere la crescita. La SARB, che annuncerà la sua decisione il 26 marzo, dovrebbe mantenere invariato il tasso al 5,75%. La divergenza fra le politiche future di Fed e SARB potrebbe spingere l’USD/ZAR a nuovi massimi da 13 anni.

chart

The Risk Today

Peter Rosenstreich

EURUSD L’EUR/USD ha rimbalzato nei pressi del supporto implicato dai recenti minimi a 1,0495. Un supporto giace a 1,0336 (minimo 31/03/2003). Resistenze orarie per un rimbalzo a breve termine possono essere trovate a 1,0717 (massimo 10/03/2015) e a 1,1033 (massimo 06/03/2015). In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, si prevede che la recente resistenza sia temporanea. Resistenze chiave si trovano a 1,1534 (massimo 03/02/2015) e a 1,1679 (massimo 21/01/2015). Supporti chiave si ubicano tra 1,0199 e 1,0074.

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GBPUSD La coppia GBP/USD si consolida in prossimità del supporto implicato dai recenti minimi a 1,4893. La struttura tecnica di breve termine è negativa finché i prezzi permarranno al di sotto della resistenza a 1,5317 (minimo 17/02/2015) e a 1,5398 (massimo 03/03/2015). Un supporto chiave si trova a 1,4814 (minimo 09/07/2013). In un’ottica di lungo termine la recente ascesa è vista come un rimbalzo dell’ipervenduto cui potenziale rialzo sarà limitato dalle resistenze chiave a 1,5620 (massimo 31/12/2014) e a 1,5826 (massimo 27/11/2014). Un supporto robusto è pari a 1,4814.

USDJPY Il momentum rialzista dell’ USD/JPY è migliorato, ma i prezzi non sono riusciti finora a infrangere nettamente la resistenza a 121,85. Una resistenza fondamentale si trova a 124,14. Supporti orari possono essere trovati a 121,24 (canale orario ascendente). Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Sebbene sia probabilmente in corso un consolidamento a medio termine, non vi è alcun segnale che suggerisca la fine del trend rialzista di lungo termine. È previsto un graduale aumento verso la resistenza fondamentale a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 115,57(minimo 16/12/2014).

USDCHF L’USD/CHF si trova probabilmente in una correzione a breve termine. Tuttavia, auspichiamo una forza ulteriore finché reggerà il supporto a 1,000. Monitorate la resistenza a 1,0240. Supporti possono essere trovati ora a 0,9831 (minimo 24/12/2015) e a 0,9732 (minimo 06/03/2015). In un’ottica di lungo termine, il momentum rialzista per l’USD/CHF continua in seguito alla rimozione del floor EUR/CHF. La violazione della resistenza chiave a 0,9554 (minimo 16/12/2014) spiana la strada verso un’ulteriore ascesa verso l'altra resistenza chiave a 1,0240 (massimo 14/01/2015). Un supporto chiave si trova a 0,9374 (minimo 20/02/2015, vedasi anche la media mobile a 200 giorni).

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