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Uno scudo dai rischi geopolitici? I colossi petroliferi

Pubblicato 10.12.2021, 12:26
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

I rischi geopolitici sono in aumento.

Sebbene ciò stia avendo un impatto limitato sui mercati finanziari per ora, la storia ci insegna che le cose possono cambiare in un batter d’occhio: i rischi geopolitici non sono importanti fino a quando non lo diventano.

Bisogna difendersi da questi rischi in questo momento? Penso di sì.

L’Iran ha alzato la posta nei suoi negoziati nucleari con Stati Uniti ed Europa la scorsa settimana, (1) chiedendo la rimozione immediata di tutte le sanzioni e (2) facendo dietrofront su tutti i compromessi circa la riduzione del programma nucleare, che aveva accettato nello scorso anno.

Come ho già detto, l’Iran probabilmente ha l’appoggio di Russia e Cina. Teheran e Mosca il mese scorso hanno annunciato che presto firmeranno un accordo di collaborazione strategica molto simile a quello siglato con Pechino all’inizio dell’anno.

Stati Uniti ed Europa si trovano davanti ad un serio dilemma:

Se procederanno con le trattative, in questo modo concederebbero all’Iran di prendere tempo.

Se non dovessero procedere, l’Iran avrebbe il pretesto per incrementare le scorte di uranio arricchito e arrivare ad una purezza del 90%. Il 5 novembre, l’Iran aveva reso noto di aver portato le scorte di uranio arricchito al 60% a 25 chili.

Il fatto che il Presidente Joseph Biden sia considerato un leader debole dalla maggior parte degli americani, soprattutto dopo la ritirata dall’Afghanistan, probabilmente gli rende politicamente difficile soddisfare le nuove richieste dell’Iran, se anche volesse. In effetti, le notizie da Washington nell’ultima settimana suggeriscono che Biden si prepara ad un passo indietro. Se dovesse essere così, significherebbe che Biden ha rinunciato a ripristinare l’accordo sul nucleare 2015 con l’Iran.

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Il mondo deve impedire all’Iran di avere una bomba e il tempo stringe. Si pensa che l’Iran possa produrre uranio arricchito al 90% sufficiente per una bomba nucleare in un mese. Con le sanzioni che hanno fallito, Biden è pronto ad un’azione militare per fermare l’Iran? Israele, l’alleato chiave degli Stati Uniti nella regione, afferma da tempo che solo “una credibile minaccia militare” potrebbe scoraggiare l’Iran.

L’Iran sembra già aver risposto da solo a questa domanda. Ha senso pensare che la decisione del governo iraniano di inasprire la propria posizione sia in parte dovuta all’idea che Biden è “debole” e che è improbabile che attacchi. Inoltre, Teheran probabilmente scommette che il nuovo governo israeliano, composto da 8 partiti di coalizione dalle idee più disparate su come comportarsi con l’Iran, difficilmente agirà unilateralmente, nonostante le dichiarazioni di Gerusalemme.

Dal momento che l’Iran sembra aver già risposto alla domanda, penso di poter affermare che la fine delle trattative sarà seguita da una rapida accelerazione del ritmo del programma nucleare iraniano.

Sospetto fortemente che le mie conclusioni siano condivise dalle migliaia di analisti del Dipartimento di Stato e del Pentagono che lo fanno per lavoro.

Se dovessi aver ragione, per ribaltare la situazione la prossima mossa di Biden dovrà essere convincere l’Iran che non è debole, che è pronto ad attaccare se necessario.

In effetti, nell’ultima settimana Biden ha cercato di sembrare un duro. Ha deciso di boicottare diplomaticamente le Olimpiadi Invernali di Pechino, ha detto al Presidente Vladimir Putin per telefono che invierà armi all’Ucraina se la Russia dovesse attaccare, e invierà un team negli EAU per inasprire l’applicazione delle sanzioni contro l’Iran.

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Secondo me, il maggiore rischio per i mercati al momento è questo: visto che Biden sembra più aggressivo con Iran, Cina e Russia, questi paesi cercheranno di metterlo alla prova, singolarmente e insieme.

Come possono proteggersi gli investitori dal rischio che uno scontro a parole vada fuori controllo? Sto consigliando agli iscritti al mio blog di considerare i colossi petroliferi come Exxon Mobil (NYSE:XOM) e Chevron (NYSE:CVX), in quanto investimenti con dividendi alti che rappresentano un buono scudo del portafoglio contro i rischi geopolitici.

La Russia è il secondo maggiore esportatore di greggio al mondo dopo gli Stati Uniti. L’Iran possiede le quarte riserve di petrolio più grandi del mondo. La Cina è il maggiore importatore di petrolio al mondo e il più grande mercato di esportazione dell’Iran.

Un aumento delle tensioni tra gli USA e l’asse Cina-Iran-Russia probabilmente aumenterà il premio di rischio sul mercato del greggio.

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