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Uranio: Le migliori / peggiori aziende

Pubblicato 14.03.2023, 09:24
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


il settore dell'uranio, detto anche "yellowcake", è molto piccolo e vale appena 6-7 miliardi l'anno.

Infatti, dopo il disastro nucleare di Fukushima nel 2011, l'industria ha subito un vero e proprio crollo, in cui a fronte della chiusura di diversi reattori sono stati sospesi altrettanti progetti di estrazione.

Tuttavia, date le sue basse emissioni, i target ambientali hanno riportato in auge questo tipo di energia ampliando lo sbilanciamento pre-esistente tra domanda e offerta.

Infatti ogni anno le utility nucleari richiedono circa 180 milioni di libbre di uranio da consumare nelle loro centrali, mentre la produzione è di appena 150 milioni.

Questo squilibrio crea una condizione favorevole di base per l'apprezzamento futuro della
materia prima.

Le prospettive dell"uranio

la domanda di uranio è prevista crescere del 3-4% nei prossimi 10 anni, a seguito dell'impiego sempre più significativo del nucleare in giro per il mondo.

In particolare, la Cina vuole sostituire le sue inquinanti centrali a carbone con nucleare e rinnovabili.

A fronte di questa domanda. l'offerta non solo non aumenterà ma è attesa dimezzarsi in 10 anni a causa dell'esaurimento delle miniere esistenti.

Attualmente la domanda viene soddisfatta in parte anche dalle riserve esistenti, che basteranno a coprire la domanda dei prossimi 5-7 anni in assenza di nuovi progetti.

Dove può arrivare l’uranio?

La maggior parte delle società del settore non è profittevole con i prezzi attuali e lo sarebbe solo a valori stabilmente superiori a $60.

Arrivati alla soglia dei $60-70, il prezzo potrebbe trovare forti resistenze (se non per spike di breve).

Infatti, a quel punto molte società cominceranno a ritenere conveniente l'estrazione e avvieranno nuovi progetti.

Alla luce di tutto questo, quali sono le società migliori del settore?

Le abbiamo divise in:

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  • Società "sicure" (quelle di grande dimensione e protette dalla volatilità dell’uranio grazie a contratti di lungo termine);

  • Società intermedie (di media dimensione e con vendita in parte a prezzi spot)

  • Società rischiose (società non ancora operative ma che beneficeranno maggiormente in un contesto di prezzi crescenti)

Kazatomprom

Si tratta del primo produttore mondiale di uranio, concentra la sua operatività in Kazakistan.

Kazatomprom ha dei vantaggi competitivi abissali sui competitors.

In primo luogo, Kazatomprom utilizza un metodo estrattivo estremamente vantaggioso (ISR), che abbatte i costi estrattivi, fornendo un'ottima flessibilità a livello produttivo e offrendo migliorie a livello ambientale e di sicurezza.

A livello geografico, vanta una posizione strategica.

Si trova infatti in vicinanza di alcuni stati in rapida crescita per quanto riguarda l'utilizzo di energia nucleare.

Questi due fattori portano diversi vantaggi competitivi all’azienda:

In primo luogo, è ben posizionata per beneficiare di un eventuale rialzo dei prezzi dell'uranio.

in secondo luogo, resiste molto bene ad eventuali movimenti avversi del mercato,

Cameco

Si tratta di una società mineraria canadese, seconda solo a kazatomprom nel suo settore di riferimento.

il vantaggio rispetto alla prima è che qui la giurisdizione è molto più sicura.

Cameco è però meno competitiva per quanto riguarda i costi estrattivi.

Le riserve stimate di cameco ammontano a 461 milioni di libbre e la società attualmente produce 31 milioni di libbre annue di uranio.

I suoi principali asset sono le miniere di McArthur River, Cigar Lake ed Inkai.

Lo svantaggio di cameco, che consiste anche nel suo rischio intrinseco, sono i costi estrattivi.

Kazatomprom resta competitiva anche con prezzi bassi, Cameco no.

infatti, nel 2020 la società ha optato per l'acquisto di uranio dal mercato spot per soddisfare i contratti verso i clienti invece che estrarlo autonomamente.

Questa strategia ha causato un aumento dei prezzi dell'uranio, mostrando comunque come Cameco abbia potere sui prezzi di questa commodity, ma testimonia anche la relativa fragilità della società in condizioni di mercato avverse.

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Centrus Energy Corporation

Si tratta di una società statunitense che opera prevalentemente attraverso due segmenti.

Il primo segmento è comune a tutti i minatori di uranio, consiste infatti nella fornitura di uranio alle utility.

In questo caso la società fornisce sia uranio naturale che uranio a basso arricchimento (LEU).

Centrus possiede inoltre un dipartimento che si occupa della progettazione e dello sviluppo di componenti innovativi per l'industria nucleare.

La societa ha progettato, prodotto e gestito con successo la tecnologia di arricchimento con centrifughe a gas piu avanzata al mondo.

L'effetto leva sui prezzi dell'uranio da parte di questa società è considerevolmente maggiore rispetto alle colleghe Kazatomprom e Cameco.

C'è da sottolineare il fatto che la società e più fragile finanziariamente, i rischi di eventuali diluizioni o bancarotta sono dunque maggiormente accentuati.

Come già saprai, "rischio maggiore = rendimento potenziale maggiore"

International Consolidated Uranium (CUR)

Entriamo ora nella sezione spazzatura.

Si tratta di una società estremamente rischiosa che, come tanti altri minatori di uranio speculativi, può generare buoni ritorni in quanto dipende dai prezzi della commodity di riferimento.

C'è da evidenziare che questo tipo di società in caso di discesa di prezzo dell'uranio (dettata da cause ambientali, cambiamento di programmi politici, condizioni sfavorevoli ecc..) andrebbe inevitabilmente in grandissima difficoltà.

Resta comunque una società estremamente rischiosa, con un'estrema dipendenza dai prezzi dell'uranio e dalla fiducia che gli investitori ripongono in questa commodity di nicchia.

US500
SP500
FTSE MIB
DAX
Apple (NASDAQ:AAPL) (NASDAQ:AAPL)
Microsoft (NASDAQ:MSFT) (NASDAQ:MSFT)
Tesla (NASDAQ:TSLA) (NASDAQ:TSLA)
Unicredit (BIT:CRDI) (BIT:CRDI)
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International Consolidated Uranium
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