Nonostante l'entusiasmo che ha portato l'S&P 500 e il NASDAQ sui massimi storici, le prospettive economiche globali appaiono ancora traballanti. La ripresa dell'Eurozona sembra stentare, i dati Ifo tedeschi hanno deluso le aspettative dimostrando ancora una volta come il sentiment sia tutt’altro che positive nel vecchio continente. La Corea del Sud ha mancato le proiezioni di crescita, dati di questa notte, mentre le banche centrali stanno utilizzando toni sempre più accomodanti. La Banca del Canada ieri è stata l’ultima in ordine di tempo a mostrarsi decisamente più cauta, citando problemi di crescita, nel settore delle costruzioni e consume interni più deboli. Poi è toccato alla Banca del Giappone mantenere il tasso sui depositi a -0,1% e si potrebbe rimanere su questi livelli per un anno ancora.
Sebbene il dollaro USA sia forte, i rendimenti obbligazionari sono calati mentre lo yen continua a reggere relativamente bene. Vi sono anche segnali di supporto per l'oro (sebbene sia ancora ribassista nel breve termine). Ciò indica uno spostamento della liquidità verso asset più sicuri. Sul fronte dell’azionario ci si domanda se gli USA abbiano ancora benzina per aggiornare i massimi e molto dipenderà dalle trimestrali che dovranno continuare a superare le aspettative al ritmo attuale del 78%, contro una media di lungo periodo di circa il 72%.
Nel forex la recente corsa rialzista del dollaro prosegue, seppur con meno vigore, mentre lo JPY ha sovraperformato nonostante le indicazioni accomodanti della BoJ. Nelle materie prime come detto abbiamo un oro in consolidamento al pari del petrolio greggio.
Sul fronte macro economico la mattinata europea sarà tranquilla mentre nel corso del pomeriggio avremo i principali ordini di beni durevoli degli USA (ore 14:30) e sarà interessante capire se continueranno la corsa al rialzo dopo i sorprendenti dati di marzo. Si tratta degli ultimi dati importanti prima del PIL, dati che sui beni durevoli escluso il trasporto dovrebbero mostrare un +0,2% (dopo una diminuzione di -0,1% a febbraio). Interessanti anche le rischieste settimanali di disoccupazione che dovrebbero tornare sulle 200.000 unità dopo il record (minimo da 49 anni) di 192.000 della scorsa settimana.