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USD in calo dopo i dati sul lavoro

Pubblicato 12.01.2015, 10:25
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Market Brief

L’USD ha aperto la settimana in diffuso calo dopo i dati contrastati sul lavoro pubblicati venerdì. Le buste paga non agricole (NFP) hanno superato le attese del mercato. A dicembre, l’economia USA ha creato 251.000 nuovi posti di lavoro (rispetto ai 240 mila previsti e ai sorprendenti 321 mila del mese precedente). La disoccupazione è scesa dal 5,8% al 5,6%, ma con un calo parallelo del tasso di partecipazione. Le retribuzioni medie sono invece scese dello 0,2%, dato che ha messo un po’ in ombra la forza dell’USD prima della chiusura di settimana. Nel complesso, i dati sul lavoro risultano essere per lo più in linea con le attese, le previsioni sulla politica rimangono invariate.

In Canada, a dicembre il numero di occupati totali è calato di altre 4.300 unità. Un’analisi più attenta dei dati suggerisce però un lieve miglioramento del quadro generale, perché la debolezza è dovuta principalmente agli impieghi part-time (-57,7K), mentre l’incremento dei posti di lavoro a tempo pieno risulta piuttosto incoraggiante (53,5K). L’USD/CAD si è comunque rafforzato fino a quota 1,1890, perché i guadagni dell’USD hanno fatto salire la coppia in scia alla pubblicazione del più noto dato NFP. Sul CAD permangono le pressioni a vendere, perché la recente ripresa dei mercati petroliferi ha lasciato di nuovo il posto a un trend ribassista in apertura di settimana. Il greggio WTI cede già più del 2% in Asia.

Venerdì l’EUR/USD si è ripreso da 1,1763, resistendo quindi sopra il supporto storico pari a 1,1743 (livello di debutto dell’EUR/USD, 1 gennaio 1999). Il sentiment rimane nettamente negativo, perché crescono le speculazioni su un QE dalla BCE man mano che ci avviciniamo alla riunione del 22 gennaio. Le incertezze sul QE – con la Germania molto probabilmente contraria a un QE in piena regola – frenano il ribasso, mentre il tumulto in Francia e il nervosismo in Grecia arginano i tentativi al rialzo. Continuiamo a vendere sui rally. Discreti ordini d’acquisto per opzioni in scadenza oggi si susseguono sopra 1,18. La resistenza si colloca a 1,20 (esercizio delle opzioni), seguita da 1,2118 (media mobile a 21 giorni).

La settimana si è aperta con una scarsa attività sui cross con lo JPY a causa della chiusura per festività in Giappone. L’USD/JPY si è mosso nella stretta fascia compresa fra 118,10 e 118,51, dopo aver toccato quota 119,77 in scia al dato NFP venerdì. Per la prima volta da agosto, la coppia è entrata nella copertura della nuvola giornaliera di Ichimoku. Prevediamo una correzione al ribasso più marcata, finché permarrà una resistenza in corrispondenza della base piatta di Ichimoku (118,71). Si osserva un supporto chiave a 115,50/57 (61,8% di Fibonacci sul rally da ottobre a dicembre / minimo di dicembre), sopra questo livello ci sono scommesse favorevoli legate alle opzioni. L’EUR/JPY ora testa la media mobile a 200 giorni (140,29). Una violazione sotto questo livello sposterà l’attenzione sul 23,6% di Fibonacci sul rally da ottobre a dicembre (137,83).

In apertura di settimana l’AUD ha avuto l’andamento migliore nei confronti dell’USD. L’AUD/USD è salito a 0,8255 malgrado il calo dei prestiti per le abitazioni e dei prestiti per gli investimenti immobiliari (sviluppo favorevole per le colombe della RBA). L’evento principale della settimana per l’AUD SARà la pubblicazione dei dati sul lavoro (giovedì, 15 gennaio). Viste le recenti distorsioni, per gli operatori, non del tutto convinti, risulta difficile fare affidamento sui dati.

Oggi gli operatori monitoreranno le transazioni immobiliari a/a di novembre in Spagna, il saldo di bilancio di dicembre in Svezia, le previsioni delle aziende sulle vendite future e il sondaggio sui fidi (Senior Loan Officer Survey) condotto dalla BoC riferiti al quarto trimestre in Canada.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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