Venerdì è continuata la discesa libera dello yen giapponese, mentre continuava a migliorare la propensione al rischio.
La coppia USD/JPY ha guadagnato un altro 0,60%, raggiungendo quota 110,93, il livello più elevato dal giugno di quest’anno, malgrado la fiacchezza dei dati sull’inflazione dagli USA.
A ottobre, l’inflazione primaria è cresciuta dell’1,6%, rispettando le previsioni medie, mentre l’indice di fondo ha deluso leggermente l’atteso 2,2% a/a, attestandosi al 2,1%.
Nel complesso, dai dati emerge che, con lo stabilizzarsi dei prezzi dell’energia, continua a diminuire il divario fra l’inflazione primaria e di fondo.
L’inflazione di fondo non mostra ancora dei veri e propri miglioramenti, perché le pressioni sulle retribuzioni rimangono deboli.
Tuttavia, se Trump manterrà le promesse, potremmo assistere a un nuovo balzo dell’inflazione.
Il cambio EUR/USD ha continuato a scendere e ora si dirige verso il prossimo supporto chiave a 1,0524 (minimo 12 marzo) perché gli investitori prevedono che la BCE non potrà far altro che annunciare una proroga, oltre il marzo del 2017, del suo programma di allentamento quantitativo.
Infatti, il rapporto IPC di ottobre, pubblicato ieri, non ha mostrato miglioramenti sul fronte dell’inflazione, facendo aumentare le probabilità di un intervento della BCE alla riunione di dicembre.
Oggi Draghi interverrà al Congresso Bancario Europeo, che si tiene a poche settimane dalla riunione della BCE dell’8 dicembre.
Quella di oggi sarà quindi una buona opportunità per dare qualche indicazione su una potenziale variazione del QE, sebbene la BCE sia sempre stata restia a fare annunci al di fuori delle riunioni programmate.
Siamo decisamente ribassisti, perché il prossimo anno il calendario politico dell’UE è fitto di eventi.
Stamattina i rendimenti delle borse asiatiche sono stati disomogenei: le azioni cinesi hanno ampliato le perdite, invece i listini giapponesi hanno chiuso in territorio positivo. Il Nikkei ha guadagnato lo 0,59%, il più ampio indice Topix lo 0,38%. L’Hang Seng di Hong Kong è salito dello 0,37%, il Taiex di Taiwan dello 0,15%. Nella Corea del Sud, il Kospi ha ceduto lo 0,30%. In Europa, i future sui listini azionari sono ampiamente positivi, con il DAX a +0,58%, il CAC a +0,38% e l’SMI a +0,35%.
Oggi gli operatori monitoreranno il discorso di Mario Draghi al Congresso Bancario Europeo; il tasso di disoccupazione e le vendite al dettaglio in Russia; l’IPC in Canada; l’indice predittivo negli USA.