Nonostante il lieve innalzamento della curva dei rendimenti di lungo periodo, i mercati emergenti restano molto attraenti.
Nelle fasi di calma, la concentrazione degli investitori si sofferma anche su piccole e poco significative questioni.
Ci sono rischi all'orizzonte, ma al momento nessuno tale da modificare il sentiment di risk-on corrente.
La politica è al centro delle discussioni, con le elezioni americane in focus.
Tutto ciò non sembra però preoccupare troppo: se i mercati hanno ben superato la Brexit, difficilmente il trend subirà inversioni per un'eventuale vittoria di Trump, che potrebbe al massimo agitare le acque nel breve periodo.
Crediamo che questo sia un buon momento per i trader alla ricerca di rendimenti, per selezionare buone opportunità.
Anche le recenti tensioni che hanno coinvolto Deutsche Bank dovrebbero rientrare, in quanto il Department of Justice dovrebbe accettare l'applicazione di una sanzione limitata piuttosto che assumersi la responsabilità per il fallimento di una delle più grandi banche europee, e potenzialmente di una nuova crisi finanziaria.
Considerata anche l'incertezza riguardo il prossimo rialzo dei tassi della Fed, i mercati dovrebbero continuare ad essere supportati dalle attuali politiche monetarie.
La cresciuta dovrebbe raggiungere il 3.0%, non eccezionale ma sufficiente a dissolvere i timori di una prossima recessione.
Riguardo l'inflazione invece, i fattori che determinavano il rischio deflazione stanno recedendo, anche se la pressione dei prezzi è ancora molto debole.
Nonostante l'aspettativa di un aumento dei tassi nel lungo termine, nel breve periodo la curva dei rendimenti è ancora abbastanza piatta.
La volatilità, soprattutto negli asset rischiosi e nel mercato FX, è ridotta ai minimi termini.
Periodicamente assistiamo ad aumenti di volatilità dovuti a notizie che però non rappresentano un "game changer", e rappresentano quindi una buona opportunità per dei ritracciamenti e successive entrate a mercato.