Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
L'inflazione costantemente bassa è il fattore chiave che potrebbe impedire al FOMC di realizzare tre possibili rialzi dei tassi nel corso del 2018.
E’ quel che emerge dalla lettura dei verbali del FOMC, pubblicati ieri notte, e che gli investitori attendevano evidentemente con impazienza visto e considerato che l’ultimo rialzo del 2017 – confermato – lo si dava per scontato.
Che le prospettive inflattive destassero preoccupazione era noto, la Yellen lo sostiene da tempo, ma dopo averne avuto conferma dal FOMC i mercati sono stati scossi da vendite sul Dollaro.
Diciamo che sono stati confermati i toni decisamente “dovish” della Yellen, che appena 2 giorni fa aveva dichiarato le stesse cose ribadendo ancora una volta come le mosse della Fed dipenderanno imprescindibilmente dai dati economici.
Ogni segnale di persistente bassa inflazione andrà a ripercuotersi sul biglietto verde, è chiaro. I rendimenti dei titoli di stato sono calati drasticamente sulla notizia, con evidenti conseguente negative sulla valuta di riferimento.
Oggi potrebbe essere una giornata tranquilla, ma attenzione a movimenti imprevedibili in virtù del fatto che negli USA è la festa del Ringraziamento e per questo motivo, tanti operatori approfitteranno per chiudere le postazioni sino a lunedì.
I mercati obbligazionari sono off, il che significa che i volumi di scambio potrebbero risultare più contenuti su tutti i fronti.
Wall Street chiudeva la giornata di mercoledì a ridosso dei massimi storici più recenti, con l’SP500 negativo del 0,1% a 2597 punti.
I mercati asiatici erano contrastanti ma il Nikkei proseguiva la striscia positiva chiudendo in positivo dello 0,5%, le borse europee appaiono caute con una leggera debolezza in apertura.
Dopo l’ondata di vendite del Dollaro di ieri, l’apertura odierna non evidenzia particolari movimenti valutari mentre per quanto riguarda le materie prime, segnaliamo il forte rialzo dell’Oro (ovviamente sostenuto da un biglietto verde in netto calo), mentre il Future Petrolio Greggio WTI sta consolidando i guadagni di ieri (nel WTI è stata rotta la resistenza dei 57 dollari al barile, ora si guarda al livello dei 60 dollari dove, come detto, gli opzionisti cercheranno presumibilmente di difendere coi denti le call in vendita con scadenza dicembre).
I dati economici odierni riguarderanno principalmente l'Europa e potrebbero pesare sull’Euro, in particolare segnaliamo i PMI flash dell'Eurozona (il manifatturiero, il composito e i servizi) risultati superiori alle aspettative. Poi attenzione alla seconda lettura del PIL del terzo trimestre del Regno Unito (ore 10:30) per il quale ci si attende la conferma del + 0,4%, della lettura preliminare.