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Volkswagen vs. Tesla, battaglia sui fast-charger. Titolo da comprare

Pubblicato 17.11.2021, 13:59
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

I piani del gruppo tedesco, che nel 2021 venderà un milione di EV, per colmare il divario con il concorrente americano sulla rete di ricarica. Avviate alleanze con Bmw, Daimler, Ford e Hyundai e anche con Enel (MI:ENEI), Bp (LON:BP) e Iberdrola (MC:IBE). Dalla prossima primavera disponibile il servizio “Plug & Charge”.

Elke Temme è la manager incaricata di realizzare la rete: dal nucleare alla mobilità sostenibile.

Una bella fetta del possibile successo di Volkswagen (DE:VOWG) nella transizione verso l’auto elettrica poggia sulle spalle di un’elegante signora di 53 anni, Elke Temme, che dallo scorso gennaio guida la nuova area di business Charging & Energy della Casa tedesca. A lei il Ceo Herbert Diess ha affidato l’incarico di sviluppare l’infrastruttura elettrica che deve permettere agli “elettro-mobilisti” di ricaricare facilmente e in modo rapido le proprie vetture. Tutt’oggi in Europa è proprio la scarsa diffusione dei punti di ricarica, più che il prezzo elevato, a scoraggiare l’acquisto degli EV (veicoli elettrici).

Laureata in International Business Administration, Elke Temme ha lavorato nei precedenti 18 anni nella utility tedesca RWE, dove ha affrontato un altro cambiamento epocale: l’abbandono del nucleare da parte dell’industria elettrica tedesca, deciso dal governo di Berlino dopo il disastro di Fukushima. Intervistata da Reuters, la manager ha detto: “Le utility sono chiamate a reinventarsi nella transizione dal nucleare e dal carbone alle fonti rinnovabili. Nell’industria automotive, compresa Volkswagen, il tema è con che velocità realizzare il passaggio dai veicoli convenzionali alla mobilità sostenibile: sono sfide della stessa grandezza”.

Nel 2023 Tesla (NASDAQ:TSLA) avrà 90.000 fast-charger installati, Volkswagen soltanto la metà.


Ossessionato dal successo di Tesla, commerciale e soprattutto borsistico, il Ceo Diess ha lanciato Volkswagen in un gigantesco piano di investimenti da 35 miliardi di euro da spendere entro il 2025 per realizzare sei nuove fabbriche di batterie. E’ possibile che già nel 2021 Diess riuscirà a raggiungere Elon Musk come numero di EV vendute, consegnando circa un milione di auto elettriche. Ma per quanto riguarda la rete di ricarica e gli altri servizi, Tesla è ancora molto avanti, con i suoi 30.000 fast-charger installati, capaci di dare una carica di 200 km in 15 minuti, e che nei piani della società californiana dovranno salire a 90.000 entro il 2023.
Gli obiettivi di Volkswagen sono più limitati, con il target di 45.000 fast-charger installati nel 2025, di cui 18.000 in Europa, 17.000 in Cina e 10.000 in Nord America. Il 2025 è l’anno in cui, secondo i piani di Wolfsburg, Volkswagen dovrebbe diventare il leader mondiale dell’auto elettrica.

Elke Temme sta lavorando alacremente per inventare nuovi servizi e cercare alleati con cui realizzare le infrastrutture necessarie agli EV. In Europa Volkswagen è azionista con Bmw, Daimler, Ford e Hyundai della società Ionity che sviluppa nuovi fast-charger. Insieme a Enel, all’inglese Bp e alla spagnola Iberdrola, ha avviato uno studio su come dividere fra le varie industrie il finanziamento per l'infrastruttura EV.

Volkswagen punta a una rete aperta, le Case si faranno concorrenza con i servizi.


Al contrario di Tesla, che riserva i suoi fast-charger solo alle sue vetture, Volkswagen vuole creare una rete di ricarica aperta, accessibile a tutti i veicoli elettrici, dove conterà la capacità di ogni Casa di offrire all’elettro-mobilista un servizio avanzato concorrenziale in termini di prezzo, velocità e metodo di pagamento. Un esempio, ha detto Temme a Reuters, sarà il nuovo servizio “Plug & Charge” che Volkswagen offrirà ai clienti nella primavera 2022.

Inutile dire quanto il Ceo Diess punti sulla signora Temme per il successo del suo piano di transizione, che tanto piace agli analisti ma non riesce ad eccitare gli investitori. Su 23 analisti che coprono Volkswagen, 19 consigliano di comprare le azioni, tre raccomandano di tenerle in portafoglio. La media dei target price è 257 euro contro una quotazione attuale di 186 euro: vuole dire che per gli esperti il titolo ha un upside potenziale del 36% in 12 mesi.

In Borsa +23% dall’inizio dell’anno. Brucia il confronto con Rivian.


Dall’inizio dell’anno la quotazione di Volkswagen è salita del 23% arrivando a una market cap (delle sole azioni privilegiate) di 94 miliardi di euro. Il problema è che ogni punto percentuale guadagnato in Borsa è frutto di una fatica improba, con enormi sforzi di progettazione e gestione delle risorse. Diess sta trattando con il sindacato sulla proposta di licenziare 30mila dipendenti in Germania con il gruppo che si appresta a chiudere il 2021 con oltre 9 milioni di auto vendute, 248 miliardi di euro di ricavi (+11%) e il record storico dell’utile a 13,8 miliardi.

Intanto dall’altra parte dell’Oceano Atlantico gli investitori si azzuffano per acquistare le azioni della neo-quotata Rivian, che in una settimana dallo sbarco a Wall Street ha raddoppiato la market cap arrivando a 153 miliardi di dollari, ben oltre quella di Volkswagen. Sostenuta da azionisti importanti come Amazon (NASDAQ:AMZN) e Ford, Rivian produce furgoni, pick-up e camion elettrici, ma ha ricavi ancora vicini a zero.

Interpellata dal Financial Times, Jessica Caldwell di Edmunds, società americana di ricerca sul mercato automobilistico ha definito le valutazioni della nuova azienda “discutibili”. “Tesla ha fatto arricchire molti investitori e ora tutti vogliono partecipare alla prossima grande cosa nello spazio EV”, ha detto. “Purtroppo, una società come Tesla non arriva molto spesso e le valutazioni poste su Rivian sono discutibili, in particolare rispetto alle aziende automobilistiche esistenti”.
Secondo Dan Ives, analista automobilistico e tecnologico di Wedbush, gli investitori hanno “un enorme appetito per queste storie EV, e Tesla che supera il valore di mercato di un trilione di dollari ha cambiato il paradigma di valutazione nello spazio EV”.

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