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Voto sulla Brexit bloccato: la sterlina scenderà a 1,30?

Pubblicato 18.03.2019, 20:25
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Rassegna giornaliera sul mercato forex 18.03.2019

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

La valuta che ha registrato la peggiore performance lunedì è stata la sterlina britannica, scesa bruscamente contro tutte le principali valute. È una settimana importante per la sterlina, la Primo Ministro Theresa May aveva programmato una votazione sulla Brexit per martedì, ma la sterlina è crollata dopo che il voto è stato bloccato dal Parlamento. L’accordo deve essere “completamente diverso” secondo il portavoce della Camera dei Comuni John Bercow. Con il Regno Unito che dovrebbe uscire dall’Unione Europea il 29 marzo, il tempo a disposizione sta finendo e la May deve richiedere all’UE ufficialmente un rinvio dell’articolo 50. Siccome la richiesta deve essere approvata all’unanimità dai 27 paesi membri, la prossima possibilità per presentare la domanda potrebbe essere il Consiglio UE di giovedì. Ma il problema è che la Premier May deve ancora effettuare la richiesta e noi stiamo ancora aspettando. L’UE ha il coltello dalla parte del manico e senza l’approvazione dell’accordo per l’uscita, la May ha poche possibilità di chiedere il “rinvio tecnico breve” che vorrebbe. Invece, molto probabilmente sarà costretta a chiedere un rinvio più lungo che potrebbe anche considerare la possibilità di tenere un nuovo referendum. Se la Premier non dovesse richiedere un rinvio entro giovedì, la sterlina si troverà in grossi guai, si arriverà all’ultimo minuto e l’UE sarà costretta a indire un summit di emergenza per il 28 marzo.

La Banca d’Inghilterra, che si riunirà giovedì, non sarà felice di questi sviluppi e il cambio GBP/USD potrebbe crollare a 1,30 questa settimana, a meno che la May non faccia abbastanza modifiche al suo accordo per trovare magicamente il supporto che lo faccia approvare entro giovedì. Ma anche prima del vertice della BoE potremmo assistere ad un ulteriore calo della sterlina se i dati sul mercato del lavoro dovessero sorprenderci con dei ribassi. Secondo i dati PMI il settore dei servizi ha visto il maggiore calo dell’occupazione dal 2011, mentre il settore manifatturiero ha riportato il calo occupazionale più veloce degli ultimi 6 anni. Da un punto di vista tecnico, minimi più bassi e massimi più bassi sono un segnale che indica che i tori stanno perdendo il controllo con la sterlina vulnerabile ad un’ulteriore debolezza.

Gli scambi delle altri valute sono stati piuttosto contenuti. Il biglietto verde, che ha aperto al seduta newyorkese sotto pressione, ha recuperato parte delle perdite durante la giornata. Anche il mercato azionario ha chiuso in territorio positivo dopo i ribassi iniziali. Il vertice di politica monetaria della Federal Reserve e la conferenza stampa del Presidente della Fed Powell sono gli eventi principali per il dollaro questa settimana, e tra le tensioni commerciali irrisolte tra USA e Cina e le tensioni per la Brexit, la pazienza rimarrà l’approccio più diffuso. I dati commerciali migliori del previsto hanno sostenuto il cambio EUR/USD ma l’impennata ha lasciato il cambio tra la media mobile giornaliera su 50 e 100 giorni. Anche le valute legate alle materie prime hanno chiuso la giornata più vicine ai minimi che ai massimi, nonostante i dati nipponici positivi e al record del mercato azionario della Nuova Zelanda.

I verbali della RBA attesi per lunedì note dovrebbero mostrare una conferma dell’approccio cauto della banca. Gli investitori europei terranno d’occhio il rischio di ribassi con il report Tedesco dell’Istituto ZEW. Martedì ci sarà anche un’asta casearia ma l’impatto sul dolalro neozelandese resterà limitato.

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