Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
La paura è un sentimento terribile per i mercati. In questo momento c'è un timore evidente, ovvero che l'inflazione stia crescendo nelle principali economie mondiali – soprattutto quella americana – e che quindi ci sarà bisogno di una risposta da parte delle principali banche centrali per combattere l'impatto negativo. All'improvviso ci si sta svegliando, ci si sta rendendo conto che le politiche monetarie accomodanti stanno terminando.
La Banca centrale britannica di solito non raccoglie troppa attenzione al di fuori dei confini nazionali, ma stavolta l’espressa necessità di aumentare i tassi prima e possibilmente per un periodo più lungo è un qualcosa che spaventa i mercati azionari.
Anche ieri, giusto per farla semplice, il Dow ha chiuso un’altra giornata da “panic selling” (in termini percentuali di poco più del 4%). I beni rifugio stavolta ne hanno beneficiato, con lo yen e l'oro in apprezzamento.
Ma quel che ancora non quadra è la mancanza di un “sell-off” sui titoli di stato USA. Forse perché ogni volta che i rendimenti cominciano a salire, la paura si riversa nei mercati azionari e solo in un secondo momento lo status di porto sicuro dei Treasury porta gli investitori a comprare nuovamente obbligazioni.
Nel mercato valutario, invece, stiamo assistendo a comportamenti tutto sommato normali.
L’appetito al rischio sta tornando, con l'euro e la sterlina che salgono, anche le valute legate alle materie prime stanno trovando un certo supporto. Durante la notte, il Senato americano ha approvato la legge di finanziamento a breve termine che dovrebbe aiutare a scongiurare il blocco delle attività amministrative, sempre durante la notte l'inflazione cinese ha mostrato un andamento in linea con le aspettative, eccezion fatta per una leggera discesa del PPI. L'IPC cinese si è attestato al +1,5% (+ 1,5% atteso, + 1,8% la rilevazione precedente) mentre il PPI cinese a + 4,3% (+ 4,4% atteso, + 4,9% il dato precedente).
Wall Street, come detto, ha registrato un altro giorno di vendite pesanti con il Dow che perdeva 1032 tick e l’SP 500 -3,8% a 2581 punti. I mercati asiatici hanno seguito a ruota con forti perdite su tutti i fronti ( Nikkei -2,3%), mentre i mercati europei almeno in apertura sembrano intenzionati a recuperare terreno. Dobbiamo anche segnalare che i futures statunitensi, in queste prime ore, evidenziano un rimbalzo superiore all'1%.
In tema di materie prime, il Future Petrolio Greggio WTI rimane sotto pressione con correzione dai massimi pluriennali ancora in atto.
L'attenzione del mercato oggi sarà rivolta soprattutto sulla produzione industriale britannica delle 10:30, se confermato il calo del 0,9% di dicembre si avrebbe un dato annualizzato pari a + 0,3% (da + 2,5%) ovvero la peggior performance da aprile 2016.
La disoccupazione canadese è attesa per le 14:30 e dovrebbe mostrarci un tasso leggermente superiore al 5,8% (dal 5,7% precedente). Attenzione anche ai commenti del membro dell'MPC della Bank of England, Jon Cunliffe, alle 17:45.