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Sarà un ottobre spaventoso per il forex?

Pubblicato 02.10.2020, 09:39
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 1° ottobre 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Non è un segreto che le valute prendano indicazioni dai titoli azionari. Le borse hanno continuato a salire all’inizio della seduta di New York, spingendo su coppie di valute a beta alto come EUR/USD e AUD/USD. Quando hanno fatto inversione a U a metà giornata, il rally delle valute si è spento. Tenendo a mente questo aspetto, ottobre è per tradizione uno dei mesi più volatili per i titoli azionari. Si stima che le oscillazioni siano dell’1% superiori in questo mese rispetto a qualunque altro. Per l’indice Dow, ciò significa un range più ampio di 275 punti. Con le elezioni presidenziali 2020 a novembre, la probabilità di selvagge oscillazioni di titoli azionari e valute quest’anno è persino maggiore. Inoltre, molte questioni irrisolte potrebbero essere chiarite nei prossimi 30 giorni. Tra queste, un secondo pacchetto di stimoli per il coronavirus, la nomina alla corte Suprema da parte di Trump e la possibilità di una seconda ondata di virus man mano che riaprono le scuole. 

Lo stato di salute dell’economia USA sarà al centro dell’attenzione domani con la pubblicazione del report sull’occupazione non agricola (NFP). Sarà pubblicato un altro report NFP poco prima delle elezioni ma quello di domani potrebbe essere decisivo per il trading dei titoli azionari nel mese di ottobre. Questa mattina Challenger ha riportato più licenziamenti e le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione hanno continuato a scendere. All’inizio della settimana, l’ADP aveva riportato maggiori assunzioni ed il Conference Board ha parlato di un miglioramento del sentimento. Escludendo i recenti annunci di licenziamenti che saranno rispecchiati nel report del mese prossimo, tutti i segnali indicano una crescita dell’occupazione più forte. Tuttavia, gli economisti si aspettano che l’occupazione non agricola sia salita di 850 mila unità, meno degli 1,371 milioni del mese prima, il che significa che esiste la possibilità di una sorpresa al rialzo. Anche il tasso di disoccupazione dovrebbe essere migliorato, ma la media dei compensi orari potrebbe rivelare un rallentamento. 

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Le sorprese che potrebbero spaventare gli investitori ad ottobre potrebbero arrivare anche da altri paesi. Una delle principali notizie di oggi ha riguardato la Brexit. La sterlina è crollata negli scambi della mattinata europea, dopo che l’UE ha notificato al Regno Unito che intraprenderà un’azione legale se non ci sarà un cambiamento dell’attuale Internal Market Bill che ha abrogato il precedente patto riguardante l’Irlanda del Nord. Tuttavia, poco dopo l’apertura di New York, la sterlina è schizzata sulle voci che ci sarebbe stato un compromesso su una zona di atterraggio, mentre la questione della pesca a quanto pare resta l’ultimo punto irrisolto. Sfortunatamente, qualche ora dopo, un funzionario UE ha smentito un accordo sulla zona di atterraggio. La probabilità di un accordo sulla Brexit è ancora del 50% e la valuta è stata afflitta da volatilità per via di questa incertezza. L’aggressività del rally della sterlina sulle voci di un possibile accordo indica quanto gli investitori desiderino che venga raggiunto, nonché l’inclinazione del posizionamento.

Intanto, il dollaro australiano e quello neozelandese hanno seguito le borse al rialzo, schizzando per il quarto giorno di fila. Anche l’euro ha guadagnato forza ma la sua mossa è stata modesta in confronto. L’indice PMI manifatturiero in Australia è sceso nel mese di settembre, ma gli investitori si sono lasciati il report alle spalle aspettandosi una ripresa più forte ad ottobre. L’Australia ha allentato il lockdown in vigore da due mesi a Melbourne questa settimana. I dati sull’indice PMI manifatturiero in Germania sono stati rivisti al ribasso, ma l’indice composito è rimasto stabile grazie al miglioramento del dato francese. Il dollaro canadese è andato in selloff sulla scia dei prezzi del greggio più bassi, nonostante i dati solidi sulle concessioni edilizie. 

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