Quella di ieri è stata una giornata molto significativa per la situazione macro del Regno Unito, dopo che l’Office for National Statistics ha pubblicato i dati relativi alla crescita dei prezzi. Come noto il target della Bank of England, come quello delle altre principali banche centrali, è quello di mantenere l’inflazione molto vicina al 2%. Il dato di ieri era atteso al 2,2%, quindi già di per se oltre la soglia della BoE, ma l’esito è stato addirittura migliore di quanto stimato dagli economisti. L’inflazione nel Regno Unito si mantiene infatti, in linea con la precedente comunicazione, al 2,3%.
La reazione del mercato è stata chiara, con gli operatori che sono tornati a comprare Sterline nel tentativo di anticipare un rialzo dei tassi di interesse da parte della BoE che pare essere sempre meno lontano. Questa mattina sono poi in programma i dati sul mercato del lavoro inglese e se anche questi dovessero confermare il momento di forza dell’economia inglese le probabilità di un incremento dei tassi nel corso del 2017 aumenterebbero ulteriormente.
In macroeconomia mercato del lavoro, e più precisamente il tasso di disoccupazione, e l’inflazione vengono tra loro collegati da quella che è nota come la Curva di Philipps, professore alla London School of Economics che nel 1958 trovò una forte relazione statistica tra questi due elementi.
La teoria di Phillips, importante da conoscere in quanto utilizzata ancora oggi dalla banche centrali per definire le proprie politiche monetarie, dice che una crescita dell’inflazione viene accompagnata sempre da una diminuzione del tasso di disoccupazione. Il motivo alla base di ciò sarebbe che l’aumento della domanda aggregata avrebbe l’effetto di stimolare la crescita degli stipendi e dei prezzi, generando cosi un miglioramento del mercato del lavoro.
Cambiando argomento per concludere, è importante segnalare come negli ultimi giorni lo Yen giapponese si sia rafforzato sostenuto dalla tensione presente sui mercati che sta favorendo gli strumenti considerati come “rifugio” e che quindi tendono ad apprezzarsi quanto più è alto il livello di paura. In questo momento gli operatori temono un’aggravarsi dell’attuale situazione geopolitica dopo che gli USA hanno colpito la Siria e diretto navi in direzione della Corea e ciò ha avuto un effetto positivo sulla valuta giapponese.
Alessandro Bonetti
(Bonetti Financial