Investing.com - Il dollaro USA è rimasto pressoché invariato nei confronti dello yen, tra le rinnovate preoccupazioni sulla gestione della crisi del debito della zona euro che ha appoggiato la richiesta di valuta rifugio.
USD/JPY ha toccato 77,49 alla chiusura degli scambi asiatici, il minimo giornaliero, la coppia successivamente si è attestata a 77,63, in calo dello 0,02%.
Supporto a 77,28, minimo del 30 novembre e resistenza a 77,88, massimo del 9 novembre.
Il sentimento del rischio è stato spinto mercoledì, dopo che sei tra le principali banche centrali, tra cui FED e BCE hanno accettato di abbassare i tassi swap in dollari per evitare una carenza di liquidità nel sistema finanziario globale.
Inoltre, la Cina ha abbassato il ratio di riserva alle banche del 0,5% nel tentativo di aumentare la liquidità e sostenere la seconda economia più grande del mondo tra le turbolenze del mercato globale.
Stamane i dati ufficiali hanno mostrato che l'attività manifatturiera cinese si è contratta nel mese di novembre per la prima volta da febbraio 2009 e gli ordini hanno registrato un netto calo delle esportazioni.
Ma gli investitori sono rimasti tesi poiché le manovre hanno solo offerto un sostegno temporaneo, invece che garantire soluzioni a lungo termine alla crisi finanziaria del blocco della moneta unica.
In Giappone, il ministro delle Finanze Jun Azumi ha dichiarato che il governo compilerà un quarto pacchetto di spesa questo anno fiscale per aiutare le aziende a far fronte allo yen forte, ma non ha fornito dettagli sul finanziamento.
Lo yen è sceso contro l'euro con EUR/JPY in salita dello 0,12%, a 104,47.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti rilasceranno il rapporto settimanale sulle richieste di sussidio di disoccupazione, mentre l'Institute of Supply Management rilascerà i dati sull'attività manifatturiera.
USD/JPY ha toccato 77,49 alla chiusura degli scambi asiatici, il minimo giornaliero, la coppia successivamente si è attestata a 77,63, in calo dello 0,02%.
Supporto a 77,28, minimo del 30 novembre e resistenza a 77,88, massimo del 9 novembre.
Il sentimento del rischio è stato spinto mercoledì, dopo che sei tra le principali banche centrali, tra cui FED e BCE hanno accettato di abbassare i tassi swap in dollari per evitare una carenza di liquidità nel sistema finanziario globale.
Inoltre, la Cina ha abbassato il ratio di riserva alle banche del 0,5% nel tentativo di aumentare la liquidità e sostenere la seconda economia più grande del mondo tra le turbolenze del mercato globale.
Stamane i dati ufficiali hanno mostrato che l'attività manifatturiera cinese si è contratta nel mese di novembre per la prima volta da febbraio 2009 e gli ordini hanno registrato un netto calo delle esportazioni.
Ma gli investitori sono rimasti tesi poiché le manovre hanno solo offerto un sostegno temporaneo, invece che garantire soluzioni a lungo termine alla crisi finanziaria del blocco della moneta unica.
In Giappone, il ministro delle Finanze Jun Azumi ha dichiarato che il governo compilerà un quarto pacchetto di spesa questo anno fiscale per aiutare le aziende a far fronte allo yen forte, ma non ha fornito dettagli sul finanziamento.
Lo yen è sceso contro l'euro con EUR/JPY in salita dello 0,12%, a 104,47.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti rilasceranno il rapporto settimanale sulle richieste di sussidio di disoccupazione, mentre l'Institute of Supply Management rilascerà i dati sull'attività manifatturiera.