Investing.com – L’euro è schizzato oggi al massimo di 3 mesi contro lo yen, in seguito alla decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di implementare nuove misure di allentamento monetario ed in seguito all’accordo sul salvataggio greco.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio USD/JPY ha toccato 106,33, il massimo dal 14 novembre, successivamente il cambio si è attestato a 106,25, in salita dello 0,69%.
Supporto a 105,03, minimo del 21 febbraio e resistenza a 107,44, massimo del 14 ottobre.
Un funzionario del ministero delle finanze giapponese ha dichiarato che l’indebolimento dello yen è dovuto alla decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di incrementare il piano di acquisti a 30 mila miliardi di yen. Ha aggiunto che il paese continuerà a monitorare gli sviluppo dello yen.
I dati ufficiali rilasciati questa settimana hanno mostrato che il Giappone ha segnato un deficit record a gennaio, alimentando le preoccupazioni che l’apprezzamento dello yen stia avendo un impatto negativo sull’economia nipponica, bastata principalmente sulle esportazioni.
Intanto l’agenzia di rating Standard & Poor's ha dichiarato che il rating del Giappone AA- resta negativo, aggiungendo che si aspetta che la flessibilità fiscale “continui a diminuire.”
L’euro ha risentito dell’accordo sul salvataggio di 130 miliardi di euro alla Grecia, nonostante persista l’incertezza sulla capacità del paese di rispettare gli obblighi presi, e ripagare il suo debito, sebbene ridotto.
Nella zona euro un report ha mostrato oggi che l’attività manifatturiera nella zona euro è rimasta in territorio negativo per il settimo mese consecutivo a febbraio, mentre il settore terziario si è inaspettatamente contratto.
Altri dati ufficiali mostrano che gli ordinativi industriali sono aumentati dell’1,85 a dicembre, contro in calo del mese precedente dell’1,1%.
Lo yen è sceso anche contro il dollaro, con EUR/JPY in salita dello 0,64%, a 80,25.
Nel corso della giornata gli USA pubblicheranno i dati sulla vendita di case esistenti.
Nel pomeriggio degli scambi europei il cambio USD/JPY ha toccato 106,33, il massimo dal 14 novembre, successivamente il cambio si è attestato a 106,25, in salita dello 0,69%.
Supporto a 105,03, minimo del 21 febbraio e resistenza a 107,44, massimo del 14 ottobre.
Un funzionario del ministero delle finanze giapponese ha dichiarato che l’indebolimento dello yen è dovuto alla decisione della Banca del Giappone della scorsa settimana di incrementare il piano di acquisti a 30 mila miliardi di yen. Ha aggiunto che il paese continuerà a monitorare gli sviluppo dello yen.
I dati ufficiali rilasciati questa settimana hanno mostrato che il Giappone ha segnato un deficit record a gennaio, alimentando le preoccupazioni che l’apprezzamento dello yen stia avendo un impatto negativo sull’economia nipponica, bastata principalmente sulle esportazioni.
Intanto l’agenzia di rating Standard & Poor's ha dichiarato che il rating del Giappone AA- resta negativo, aggiungendo che si aspetta che la flessibilità fiscale “continui a diminuire.”
L’euro ha risentito dell’accordo sul salvataggio di 130 miliardi di euro alla Grecia, nonostante persista l’incertezza sulla capacità del paese di rispettare gli obblighi presi, e ripagare il suo debito, sebbene ridotto.
Nella zona euro un report ha mostrato oggi che l’attività manifatturiera nella zona euro è rimasta in territorio negativo per il settimo mese consecutivo a febbraio, mentre il settore terziario si è inaspettatamente contratto.
Altri dati ufficiali mostrano che gli ordinativi industriali sono aumentati dell’1,85 a dicembre, contro in calo del mese precedente dell’1,1%.
Lo yen è sceso anche contro il dollaro, con EUR/JPY in salita dello 0,64%, a 80,25.
Nel corso della giornata gli USA pubblicheranno i dati sulla vendita di case esistenti.