Offerta Cyber Monday: Fino al 60% di sconto InvestingProAPPROFITTA DELLO SCONTO

Italia, nuovo calo tasso disoccupazione a gennaio ma 2014 anno nero

Pubblicato 02.03.2015, 15:59
© Reuters. Il premier greco Alexis Tsipras

ROMA/MILANO (Reuters) - Se il 2014 è stato l'anno nero per il mercato del lavoro italiano, i numeri Istat di gennaio restituiscono segnali di ripresa, a ulteriore conferma dei recenti bagliori di ripartenza dell'economia dopo un triennio di recessione.

A gennaio, infatti, secondo i numeri preliminari resi noti da Istat, il tasso di disoccupazione è calato per il secondo mese consecutivo, al 12,6%, minimo da giugno, dal 12,7% di dicembre, dato quest'ultimo rivisto dal 12,9%.

In frenata anche il tasso di disoccupazione giovanile, che a gennaio si è attestato a 41,2% da 41,4% di dicembre (rivisto da 42%). In diminuzione gli inattivi, il cui è numero è calato dello 0,1% nel confronto con dicembre e dell'1,3% rispetto a dodici mesi prima.

Il tasso d'inattività si attesta al 36%, invariato in termini congiunturali e in calo di 0,4 punti su base annua.

Resta penalizzante il confronto con la zona euro, dove sempre a gennaio, il tasso di disoccupazione è sceso a 11,2%, di un decimo inferiore alle attese e alla lettura di dicembre, peraltro rivista rispetto al precedente 11,4%. A gennaio 2014, inoltre, il tasso di disoccupazione viaggiava a 11,8%.

Tornando all'Italia, contestualmente ai numeri mensili sono stati inoltre forniti i dati relativi al 2014 e all'ultimo trimestre. L'anno scorso, che per l'Italia si è chiuso con calo del Pil dello 0,4%, il tasso di disoccupazione è salito al 12,7% contro 12,1% del 2013, il dato medio annuo peggiore dal 1977.

Nella fascia d'età 15-24 anni, l'incidenza dei giovani disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca di lavoro, l'anno scorso si è attestata al 42,7%, in crescita di 2,6 punti rispetto alla media d'anno del 2013. Anche in questo caso si tratta dei livelli più alti dal 1977.

A gennaio "aumenta il tasso di occupazione e diminuisce il tasso di disoccupazione, anche giovanile: questo conferma il dato di dicembre, che era stato particolarmente consistente. Stiamo un po' recuperando sulla grossa perdita che c'era stata nell'arco del 2013, l'anno peggiore dal punto di vista dell'occupazione assieme al 2009", ha sintetizzato una portavoce Istat.

Il primo mese del 2015 ha visto infatti risalire il tasso di occupazione al 55,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 su base annua. Gli occupati - 22,320 milioni - sono sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11.000) e in aumento dello 0,6% su base annua (+131.000).

Quest'ultima variazione, sottolinea in una nota Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo, è la più consistente dall'ottobre 2011. Inoltre, segnala Mameli, la crescita dell'occupazione ha accelerato anche negli ultimi tre mesi del 2014 (+0,7%).

Commentando l'aumento di 131.000 occupati, il minsitro del Welfare Giuliano Poletti rilancia, dicendo che "c'è da pensare che il 2015 possa essere l'anno di una ripartenza ancora più significativa" con 150.000 nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, nota Mameli, dai dati relativi al quarto trimestre emerge che la ripresa in corso per l'occupazione ha riguardato per lo più occupati temporanei e part-time involontario mentre i dipendenti a tempo pieno, la cui crescita renderebbe più credibile la svolta per il mercato del lavoro, risultano ancora in calo.

Sulla stessa linea Stefania Tomasini di Prometeia, che nota come l'aumento dell'occupazione nei servizi sia avvenuto nei comparti a minore valore aggiunto a fronte di un calo di quelli più avanzati, che ha avvantaggiato l'occupazione straniera, a fronte di una riduzione di quella italiana.

Per Mameli e Tomasini, comunque, i numeri di gennaio, mese in cui sono entrate in vigore la decontribuzione triennale per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e la deducibilità del costo del lavoro sugli occupati dipendenti a tempo pieno dalla base imponiile Irap, sembrano essere di buon auspicio, alla luce delle prospettive di una pur lieve ripresa dell'economia italiana nel 2015.

"La speranza è che queste due misure possano favorire un aumento dell'occupazione non solo in termini assoluti ma in particolare sui dipendenti permanenti a tempo pieno. Inoltre, sulle nuove assunzioni da febbraio sarà operativo il nuovo contratto unico a tutele crescenti, che potrebbe anch'esso agire sugli incentivi ad assumere da parte delle imprese", commenta Mameli.

Riassorbire la disoccupazione generata da anni di crisi non sarà però semplice. Dal 2008 al 2014, ricorda Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, sono stati persi 811 mila posti di lavoro, di cui 355 mila con rapporti di natura subordinata.

Secondo la nota di aggiornamento mensile diffusa la settimana scorsa da Istat, nel primo trimestre di quest'anno, il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,1%. Se dovesse materializzarsi si tratterebbe della prima variazione trimestrale positiva dalla metà del 2011. Per l'anno in corso il governo stima una crescita del Pil pari allo 0,6%, stima di cui il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non ha escluso una revisione verso l'alto.

© Reuters. Il premier greco Alexis Tsipras

(Elvira Pollina, Antonella Cinelli)

OLITTOPNEWS Reuters Italy Online Report Top News 20150302T095407+0000

Ultimi commenti

Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.