Di Peter Nurse
Investing.com - Il contratto dei future del Brent con consegna il mese successivo si è attestato ad oltre 60 dollari al barile questo lunedì per la prima volta in oltre un anno, incoraggiato dalle speranze di ulteriori misure di stimolo economico negli USA nonché dal rispetto dell’accordo sulla produzione da parte dei principali produttori petroliferi, che ha permesso alle scorte globali di scendere nelle ultime settimane.
Alle 3:20 ET (08:20 GMT), il contratto del Brent, il riferimento internazionale, con consegna ad aprile, sale dello 0,8% a 60,07 dollari al barile, dopo aver segnato in precedenza il picco di 60,19 dollari, il massimo dal gennaio dello scorso anno. I future del greggio USA West Texas Intermediate con consegna a marzo balzano dell’1,2% a 57,54 dollari al barile, il massimo dal gennaio 2020.
Hanno contribuito al rialzo del mercato del greggio le aspettative di ulteriori stimoli fiscali USA, dopo che la Camera dei Rappresentanti venerdì ha seguito l’esempio del Senato nell’approvare una risoluzione sul bilancio, dando il via al processo che consentirà l’approvazione del pacchetto di aiuti da 1,9 mila miliardi di dollari proposto dal Presidente Joe Biden.
Inoltre, l’Arabia Saudita, il più grande esportatore di greggio al mondo, il mese scorso ha promesso di effettuare ulteriori tagli alle scorte sia a febbraio che a marzo, sulla scia delle riduzioni operate da altri membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e dai suoi alleati, tra cui la Russia. Questa mossa è finalizzata a riequilibrare il mercato del greggio, supportando di conseguenza i prezzi, considerato il duro colpo per la domanda causato dalle misure adottate dai governi in tutto il mondo per limitare gli spostamenti per via della pandemia di Covid-19.
L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio ora si aspetta che le scorte OCSE tornino in linea con la media quinquennale entro metà anno.