Investing.com – I futures del petrolio greggio sono saliti stamane, per il secondo giorno consecutivo, al massimo di una settimana per l’allentarsi dei timori sulla domanda USA e nella speranza di una svolta decisiva per l’atteso accordo in Grecia.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 99,44 dollari al barile, in salita dell’1,05%.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,12% a 99,49 dollari al barile, il massimo dal 31 gennaio.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 4,5 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative per un aumento di 2,4 milioni.
I traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 2,5 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per le scorte di benzina è stato previsto un aumento di mezzo milione di barili.
L’UE ha stabilito che la Grecia deve trovare un accordo sul pacchetto di salvataggio di 130 miliardi di euro entro il 15 febbraio, affinché si eviti un default alla scadenza del 20 marzo dei 14,5 miliardi di euro di bond.
I mercati monitorano gli sviluppi in Grecia, dopo che fonti ufficiali hanno dichiarato che il governo ed i creditori internazionali erano vicini all’accordo sulle condizioni richieste dal pacchetto di salvataggio di 130 miliardi di euro.
L’euro è salito al massimo di otto settimane contro il dollaro, mentre l’indice del dollaro, che segna la performance per biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,1% a 78,51.
I contratti in dollari solitamente salgono quando il dollaro si indebolisce, poiché le materie prime espresse in dollari diventano meno costose per i titolari di altre valute.
I traders tengono d’occhio le tensioni tra Iran e Occidente, mente in Iran si studia un piano per arrestare le esportazioni verso l’UE prima ancora dell’embargo programmato per questa estate.
La Banca Goldman Sachs ha dichiarato in un report “nell’escalation della tensione tra Iran e Occidente i prezzi del petrolio diventano sempre più inclinati verso l’alto”.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 116,61 dollari al barile, in salita dello 0,33%, 17,17 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
Il differenziale ha superato ieri 20,00 dollari al barile, il massimo da ottobre.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dai produttori africani tra cui Nigeria e Sudan del Sud, nonché dall’ondata di gelo in Europa.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a marzo sono stati scambiati a 99,44 dollari al barile, in salita dell’1,05%.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,12% a 99,49 dollari al barile, il massimo dal 31 gennaio.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono scese di 4,5 milioni di barili la scorsa settimana, contro le aspettative per un aumento di 2,4 milioni.
I traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 2,5 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per le scorte di benzina è stato previsto un aumento di mezzo milione di barili.
L’UE ha stabilito che la Grecia deve trovare un accordo sul pacchetto di salvataggio di 130 miliardi di euro entro il 15 febbraio, affinché si eviti un default alla scadenza del 20 marzo dei 14,5 miliardi di euro di bond.
I mercati monitorano gli sviluppi in Grecia, dopo che fonti ufficiali hanno dichiarato che il governo ed i creditori internazionali erano vicini all’accordo sulle condizioni richieste dal pacchetto di salvataggio di 130 miliardi di euro.
L’euro è salito al massimo di otto settimane contro il dollaro, mentre l’indice del dollaro, che segna la performance per biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,1% a 78,51.
I contratti in dollari solitamente salgono quando il dollaro si indebolisce, poiché le materie prime espresse in dollari diventano meno costose per i titolari di altre valute.
I traders tengono d’occhio le tensioni tra Iran e Occidente, mente in Iran si studia un piano per arrestare le esportazioni verso l’UE prima ancora dell’embargo programmato per questa estate.
La Banca Goldman Sachs ha dichiarato in un report “nell’escalation della tensione tra Iran e Occidente i prezzi del petrolio diventano sempre più inclinati verso l’alto”.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a marzo sono stati scambiati a 116,61 dollari al barile, in salita dello 0,33%, 17,17 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
Il differenziale ha superato ieri 20,00 dollari al barile, il massimo da ottobre.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dai produttori africani tra cui Nigeria e Sudan del Sud, nonché dall’ondata di gelo in Europa.