Investing.com - I future del greggio scendono questo lunedì, dopo che il Presidente USA Donald Trump è ricorso a Twitter attaccando l’OPEC per l’aumento dei prezzi.
“I prezzi del greggio stanno salendo troppo. L’OPEC dovrebbe rilassarsi e andarci piano. Il mondo non si può permettere un aumento dei prezzi: è fragile!” ha twittato Trump nel suo ultimo attacco al cartello.
Il greggio West Texas Intermediate con consegna a marzo sul New York Mercantile Exchange scende di 52 centesimi, o dello 0,9%, a 56,78 dollari al barile alle 7:15 ET (12:15 GMT).
Intanto, il greggio Brent con consegna ad aprile sull’ICE (NYSE:ICE) Futures Exchange di Londra va giù di 67 centesimi, o dell’1%, a 66,58 dollari al barile.
Entrambi i riferimenti hanno segnato i massimi dell’anno venerdì.
Dopo aver chiuso il 2018 in caduta libera, i prezzi del greggio sono schizzati di quasi il 25% a inizio anno, incoraggiati dagli sforzi dei produttori globali di tagliare la produzione.
A dicembre, l’OPEC e un gruppo di 10 produttori non facenti parte del cartello e con a capo la Russia hanno deciso di tagliare la produzione per un totale di 1,2 milioni di barili al giorno nei primi sei mesi del 2019.
Il principale esportatore e leader di fatto dell’OPEC, l’Arabia Saudita, ha di recente promesso di ridurre la sua produzione molto di più rispetto alla sua quota prevista dall’accordo.
La richiesta di Trump arriva dopo l’annuncio delle sanzioni USA contro Iran e Venezuela che hanno fatto scendere la produzione in entrambi i paesi. Anche la produzione libica è al di sotto dei livelli tradizionali, a causa della guerra civile nel paese.
I future del greggio sono inoltre in generale supportati dalle speranze che USA e Cina possano presto risolvere i loro attriti commerciali, che hanno pesato sulla crescita economica globale.
Il Presidente Trump ieri ha reso noto che rinvierà l’aumento dei dazi sui prodotti cinesi in programma per venerdì grazie ai “progressi significativi” compiuti nei negoziati commerciali tra i due paesi nel fine settimana. I prezzi del greggio erano saliti sulla scia della notizia, grazie alla riduzione delle probabilità di un ulteriore rallentamento economico in Cina, il principale importatore mondiale della materia prima.