Di Peter Nurse
Investing.com - I prezzi del petrolio sono scesi questo mercoledì, abbandonando quei livelli che non si vedevano dal 2014; i trader restano focalizzati sugli sviluppi nell’Ucraina orientale dopo che le sanzioni con effetto immediato imposte dalle potenze occidentali alla Russia non hanno riguardato le forniture energetiche.
Alle 14:50 CET, i future sul greggio USA sono scesi dello 0,2% a $91,72 al barile, mentre il contratto Brent è sceso dello 0,1% a $93,80. Entrambi i contratti ieri avevano raggiunto i livelli più alti da oltre sette anni.
I future sulla benzina RBOB degli Stati Uniti sono saliti dello 0,1% a 2,8571 dollari al gallone.
L’Occidente ha risposto alla decisione della Russia di inviare le truppe in due regioni separatiste dell’Ucraina orientale imponendo sanzioni alle banche russe e alle personalità legate al Cremlino, mentre la Germania ha di fatto congelato il Nord Stream 2, il nuovo imponente progetto di gasdotto dalla Russia.
Gli USA e i loro alleati europei hanno fatto sapere che ci saranno sanzioni più severe qualora la Russia dovesse decidere per un’invasione totale della vicina Ucraina e della capitale Kiev.
Un altro fattore che i trader del petrolio dovranno tenere d’occhio nella valutazione dell’andamento dei prezzi del greggio è l’andamento dei negoziati con l’Iran; il raggiungimento di un accordo sul nucleare dovrebbe infatti essere vicino.
Un accordo potrebbe portare al ritorno delle esportazioni di petrolio del paese del Golfo Persico sul mercato globale.
Gli investitori ora attendono i dati sulle scorte di greggio USA dall’ American Petroleum Institute, in agenda nel corso della giornata. L’API aveva riportato il calo di poco più di un milione di barili la scorsa settimana.