(Reuters) - I prezzi del greggio sono in lieve calo dopo aver guadagnato il 6% la scorsa settimana, con le crescenti tensioni tra le potenze occidentali e i principali produttori di petrolio, Russia e Iran, che aumentano i timori per interruzioni dell'offerta limitando i ribassi.
Alle 11,20 i futures sul Brent scendono dello 0,53%, o di 40 centesimi, a 74,76 dollari il barile, mentre i futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) cedono 48 centesimi, o lo 0,67%, a 70,75 dollari il barile.
La scorsa settimana entrambi i contratti hanno registrato i maggiori rialzi settimanali dalla fine di settembre, dopo che la Russia ha lanciato un missile ipersonico contro l'Ucraina come segnale di avvertimento agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna a seguito degli attacchi di Kiev con armi statunitensi e britanniche.
Inoltre, l'Iran ha reagito alla risoluzione approvata giovedì dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) delle Nazioni Unite ordinando misure quali l'attivazione di centrifughe nuove e avanzate utilizzate per l'arricchimento dell'uranio.
Il ministero degli Esteri iraniano ha detto ieri che il 29 novembre terrà dei colloqui con tre potenze europee sul suo programma nucleare.
I mercati si muoveranno questa settimana anche in vista della riunione dell'Opec+ dell'1 dicembre, in cui il gruppo dei Paesi produttori potrebbe decidere di mantenere più a lungo i tagli al greggio a causa della debolezza della domanda.
L'attenzione degli investitori si concentra anche sull'aumento della domanda di petrolio in Cina.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Gianluca Semeraro)