LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio guadagnano terreno per la seconda seduta consecutiva, grazie alla prospettiva di una riduzione delle esportazioni dalla Russia che ha compensato l'aumento delle scorte negli Stati Uniti e i timori per l'attività economica globale.
Intorno alle ore 10,55 italiane, i futures sul Brent scambiano in rialzo di 79 centesimi, o dello 0,96%, a 83,00 dollari il barile, dopo aver guadagnato in precedenza oltre 1 dollaro. I futures sul greggio West Texas Intermediate (WTI) guadagnano 70 centesimi, pari allo 0,93%, a 76,09 dollari il barile.
I benchmark hanno chiuso in rialzo di circa il 2% nella seduta precedente grazie ai piani della Russia di tagliare le esportazioni di greggio dai propri porti occidentali fino al 25% a marzo, superando i tagli alla produzione annunciati a 500.000 barili al giorno.
Le scorte di greggio statunitensi sono aumentate di 7,6 milioni di barili, raggiungendo circa 479 milioni di barili nella settimana al 17 febbraio, secondo i dati Eia. Le scorte statunitensi sono al livello più alto dal maggio 2021.
Le indicazioni di un accumulo di greggio e prodotti raffinati russi sulle navi cisterna galleggianti hanno pesato ulteriormente sulle prospettive dell'offerta.
In una nota, JP Morgan ha detto di ritenere più probabile che i prezzi a breve termine scendano verso i 70 dollari, "man mano che si rafforzano gli ostacoli alla crescita globale e che si smaltisce l'eccesso di scorte 'oscure', esacerbato da un'inondazione di greggio russo".
JP Morgan (NYSE:JPM) ha anche stimato un taglio della produzione da parte dell'Opec per limitare il calo dei prezzi del petrolio.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Stefano Bernabei)