Di Peter Nurse
Investing.com - I prezzi del petrolio scendono questo venerdì, avviandosi ad una perdita settimanale nei timori per un rallentamento globale e per un potenziale eccesso di scorte.
Alle 15:25 CEST, i future del greggio USA scendono dello 0,6% ad 89,95 dollari al barile, mentre il contratto del Brent è in calo dello 0,9% a 95,72 dollari. Entrambi i riferimenti si avviano a segnare un tonfo di oltre il 3% questa settimana.
I future della benzina RBOB registrano -0,9% a 2,9987 dollari al gallone.
Il calo delle scorte USA mercoledì ha innescato due giorni di rialzi, ma il tono resta pessimista, tra i timori per una recessione globale e per la distruzione della domanda.
Per quanto riguarda le forniture, questa settimana pesano le speculazioni su un ritorno dell’accordo sul nucleare iraniano, con il governo Biden che al momento studia la risposta dell’Iran ad una proposta UE.
Queste trattative hanno avuto molte false partenze nello scorso anno, ma al momento agli USA farebbe comodo una maggiore fornitura di petrolio al mercato globale, per far scendere i prezzi.
L’eliminazione delle sanzioni occidentali potrebbe portare sul mercato oltre un milione di barili al giorno di petrolio iraniano.
Intanto, le notizie indicano che le esportazioni russe sono salite ancora a luglio.
“L’ostinata produzione russa e la crescita della domanda più debole del previsto implicano che il mercato petrolifero probabilmente resterà in surplus per il resto dell’anno e l’inizio del prossimo”, scrivono in una nota gli analisti di ING, “limitando il rialzo dei prezzi del petrolio”.
Di conseguenza, la banca ha abbassato le stime sul Brent, tagliando le previsioni sul terzo e quarto trimestre 2022 a 100 e 97 dollari al barile, da 118 e 125 dollari rispettivamente, mentre quelle sul 2023 sono scese da 99 a 97 dollari al barile.
Nel corso della seduta arriveranno i dati di Baker Hughes sul numero di impianti di trivellazione attivi USA nonché i dati CFTC sulle posizioni.