LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio scivolano di oltre il 4%, toccando i minimi da quasi due settimane per via di prospettive più deboli sulla domanda e in seguito a indiscrezioni dei media secondo cui Israele non intende colpire gli obiettivi petroliferi iraniani, mitigando i timori di un'interruzione delle forniture.
Intorno alle 12,00, i futures sul Brent scendono di 3,65 dollari, o del 4,71%, a 73,81 dollari al barile, il minimo dal 2 ottobre. I futures sul West Texas Intermediate perdono 3,63 dollari, o il 4,92%, a 70,2 dollari al barile.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto agli Stati Uniti che Israele è disposto a colpire solo gli obiettivi militari iraniani e non quelli nucleari o petroliferi, secondo quanto scritto dal Washington Post nella tarda serata di ieri.
"L'indebolimento della domanda ha portato i trader a togliere il 'premio guerra' dai prezzi", ha detto Priyanka Sachdeva, senior market analyst presso Phillip Nova.
"Tuttavia, la geopolitica continua a dare sostegno al petrolio a questi livelli. Senza il fattore della geopolitica, il petrolio sarebbe calato ancora di più, forse anche al di sotto dei 70 dollari al barile nell'attuale contesto di indebolimento della domanda".
Questa settimana sia l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec) che l'Agenzia Internazionale per l'Energia (Aie) hanno tagliato le previsioni sulla crescita della domanda globale di petrolio nel 2024, con gran parte della riduzione attribuibile alla Cina.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Claudia Cristoferi)