(Reuters) - I futures sui prezzi del petrolio scendono dai massimi delle ultime settimane, penalizzati dai dati più deboli delle attese sulla spesa per consumi in Cina, il maggiore importatore di petrolio al mondo.
Alle 12,25 i futures sul Brent cedono 70 centesimi, o lo 0,94%, a 73,79 dollari il barile dopo aver toccato venerdì i massimi dal 22 novembre.
I derivati sul greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) scendono di 89 centesimi, o dell'1,25%, a 70,39 dollari dopo aver registrato la chiusura più alta dal 7 novembre nella seduta precedente.
La crescita della produzione industriale cinese ha leggermente accelerato a novembre, ma le vendite al dettaglio sono state più deboli del previsto, mantenendo la pressione su Pechino per nuove misure a sostegno di un'economia fragile che deve affrontare i dazi commerciali Usa sotto una seconda amministrazione Trump.
Le prospettive della Cina hanno contribuito alla decisione del gruppo di Paesi produttori Opec+ di rinviare ad aprile i piani di aumento della produzione.
Oltre alle attese di un taglio dei tassi Fed al meeting di questa settimana, a limitare il calo dei prezzi del greggio sono anche i timori sull'offerta in relazione al potenziale aumento delle sanzioni statunitensi contro la Russia e l'Iran.
La segretaria al Tesoro statunitense Janet Yellen ha detto venerdì a Reuters che gli Stati Uniti stanno valutando ulteriori sanzioni sulle petroliere della "flotta ombra" e potrebbero prendere di mira le banche cinesi per limitare i proventi del petrolio che contribuiscono a finanziare la Russia mentre continua la guerra in Ucraina.
Le nuove sanzioni Usa sulle entità che commerciano petrolio iraniano stanno già portando i prezzi del greggio venduto alla Cina ai massimi degli ultimi anni e si prevede che l'amministrazione Trump entrante aumenterà la pressione sull'Iran.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Sabina Suzzi)