LONDRA (Reuters) - I prezzi del petrolio rimangono stabili, con il mercato che soppesa i commenti contrastanti della Russia e dell'Arabia Saudita sull'offerta di greggio in vista della prossima riunione politica dell'Opec+, il rafforzamento del dollaro statunitense e i timori per una crescita della domanda più debole del previsto.
Intorno alle 13,10 il Brent è in rialzo di 41 centesimi a 76,7 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense guadagna 60 centesimi a 72,4 dollari al barile.
I benchmark hanno perso ieri oltre 2 dollari al barile, dopo che il vice primo ministro russo Alexander Novak ha minimizzato la prospettiva di ulteriori tagli alla produzione da parte dell'Opec+ in occasione della riunione a Vienna il 4 giugno.
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato mercoledì che i prezzi dell'energia si stanno avvicinando a livelli "economicamente giustificati", indicando anche che non ci potrebbero essere cambiamenti immediati nelle politiche di offerta dell'Opec+.
Le osservazioni fatte sono in contrasto con i commenti di questa settimana del ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman che ha avvertito i short seller di "stare attenti". Un commento interpretato dagli operatori come un segnale che l'Opec+ potrebbe valutare ulteriori tagli alla produzione.
Anche i timori di una crescita della domanda a livello globale più debole del previsto hanno pesato sulle prospettive degli investitori in vista di un aumento previsto per la seconda metà dell'anno, soprattutto da parte della Cina.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)