LONDRA (Reuters) - Il petrolio scambia stabile, con il Brent vicino agli 80 dollari al barile, in bilico tra la spinta che arriva dal pacchetto di stimoli economici in Cina e dalle tensioni geopolitiche da un lato, e il peso delle preoccupazioni per la domanda timida e il rafforzamento del dollaro dall'altro.
Intorno alle ore 12,45 italiane il contratto di marzo del Brent perde 5 centesimi a 79,50 dollari il barile. Il greggio statunitense West Texas Intermediate guadagna 5 centesimi a 74,42 dollari il barile.
La banca centrale cinese ridurrà la quantità di liquidità che le banche devono detenere come riserve a partire dal 5 febbraio, ha detto il governatore Pan Gongsheng, il primo taglio di questo tipo per l'anno in corso, con i banchieri centrali impegnati per sostenere la fragile ripresa economica.
La manovra inietterà nel mercato 1.000 miliardi di yuan (139,45 miliardi di dollari).
Le scorte di greggio degli Stati Uniti sono diminuite di 6,67 milioni di barili nella settimana fino al 19 gennaio, in base a fonti di mercato a conoscenza dei dati dell'American Petroleum Institute di ieri. Le scorte di benzina, invece, sono aumentate di 7,2 milioni di barili, alimentando i timori sulla domanda di carburante nel primo consumatore mondiale di petrolio.
L'Energy Information Administration (Eia) pubblicherà i dati più tardi oggi.
Anche il rafforzamento del dollaro statunitense penalizza i prezzi del petrolio, in quanto la domanda da parte degli acquirenti in altre valute diminuisce per contratti denominati in dollari.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Claudia Cristoferi)