Di Gina Lee
Investing.com – Il petrolio è in calo negli scambi die questo venerdì e si avvia a chiudere la settimana con un calo del 4%. Sulla domanda pesano diversi fattori: la possibilità di aumenti dei tassi più aggressivi negli USA, i timori per la crescita globale e i lockdown in Cina. Inoltre, l’Unione Europea sta discutendo su un possibile embargo del petrolio russo.
I future Brent sono scesi dello 0,95% a 107,30 dollari alle 6:00 AM CEST. I future WTI perdono l’1% e si attestano a 102,75 dollari. Sia i Brent che i WTI si avviano a chiudere la settimana in calo del 3,7%.
Sebbene sia stata la settimana di scambio meno volatile dall’invasione russa in Ucraina del 24 febbraio, ha visto le sanzioni ridurre le forniture dalla Russia e diverse nazioni rilasciare scorte strategiche.
Nel frattempo, le preoccupazioni in corso che la guerra in Ucraina sta alimentando l’alta inflazione e intaccando la crescita economica hanno dominato il trading nella seconda parte della settimana. Il Fondo Monetario Internazionale ha anche tagliato le sue previsioni di crescita globale di quasi un intero punto percentuale all’inizio della settimana.
Il governatore della People’s Bank of China Yi Gang ha dichiarato stamane che la Cina non è immune da shock esterni e ha affrontato anche la pressione dei nuovi focolai di COVID-19.
Il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell ieri ha fatto intravedere la possibilità di nuovi aumenti aggressivi dei tassi di interesse e ha fatto salire il dollaro, rendendo il petrolio più costoso per gli acquirenti in altre valute e aggiungendo un sentimento negativo per l’oro nero.
In aggiunta a tutto questo, il mercato rimane stretto, e l’offerta potrebbe diventare ancora più ridotta se l’Unione Europea decidesse per l’embargo sul petrolio russo.