Investing.com – I futures del petrolio greggio sono saliti stamane per il terzo giorno consecutivo, al massimo da metà gennaio; il sentimento dei mercati è migliorato dopo che la Cina ha dichiarato che aumenterà gli investimenti e il supporto per la zona euro, mente gli investitori tengono d’occhio le potenziali interruzioni delle forniture dal Medio Oriente e dall’Africa.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 102,05 dollari al barile, con un’impennata dello 0,95%.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,1% a 102,17 dollari al barile, il massimo dal 19 gennaio.
Il sentimento è stato supportato dalle affermazioni del governatore della Banca Popolare della Cina, Zhou Xiaochuan, il quale ha dichiarato di credere che le sfide della zona dell'euro possano essere superate e che supporta pienamente le misure adottate dalla Banca centrale europea durante la crisi.
Ha aggiunto inoltre che la Cina sarà maggiormente coinvolta negli sforzi per risolvere la crisi attraverso meccanismi quali il Fondo europeo di stabilità finanziaria, fondo di salvataggio della zona euro.
I traders tengono d’occhio le crescenti tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Gli investitori nel frattempo seguono la situazione della Grecia. L’incontro previsto per oggi tra i ministri delle finanze della zona euro è stato cancellato, ed i ministri discuteranno in teleconferenza l’approvazione del secondo salvataggio.
La Grecia ha in scadenza 14,5 miliardi di euro di bond il 20 marzo, e necessita del salvataggio per il pagamento dei bond ed evitare un problematico default.
L’indice del dollaro, che segna la performance per biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,3% a 79,31.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono salite di 2,9 milioni di barili la scorsa settimana, a 337,8 milioni, mentre le scorte di benzina sono salite di 1,81 milioni.
I traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 1,7 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per le scorte di benzina è stato previsto un aumento di 0,7 milioni di barili.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 118,23 dollari al barile, in salita dello 0,75%, 16,18 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dal Sudan del Sud, per i conflitti con il Sudan.
Sudan e Sudan del Sud hanno firmato nel 2005 un trattato di pace che ha messo fine a decenni di guerra civile, ma i due paesi continuano a scontrarsi su importanti questioni: petrolio, debito e confini.
Nel corso della mattinata europea, sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna ad aprile sono stati scambiati a 102,05 dollari al barile, con un’impennata dello 0,95%.
Precedentemente il prezzo era salito dell’1,1% a 102,17 dollari al barile, il massimo dal 19 gennaio.
Il sentimento è stato supportato dalle affermazioni del governatore della Banca Popolare della Cina, Zhou Xiaochuan, il quale ha dichiarato di credere che le sfide della zona dell'euro possano essere superate e che supporta pienamente le misure adottate dalla Banca centrale europea durante la crisi.
Ha aggiunto inoltre che la Cina sarà maggiormente coinvolta negli sforzi per risolvere la crisi attraverso meccanismi quali il Fondo europeo di stabilità finanziaria, fondo di salvataggio della zona euro.
I traders tengono d’occhio le crescenti tensioni tra Iran e Israele. Si teme che l’escalation delle ostilità tra i due paesi possa sfociare in un conflitto che manderebbe i prezzi del petrolio alle stelle.
Gli investitori nel frattempo seguono la situazione della Grecia. L’incontro previsto per oggi tra i ministri delle finanze della zona euro è stato cancellato, ed i ministri discuteranno in teleconferenza l’approvazione del secondo salvataggio.
La Grecia ha in scadenza 14,5 miliardi di euro di bond il 20 marzo, e necessita del salvataggio per il pagamento dei bond ed evitare un problematico default.
L’indice del dollaro, che segna la performance per biglietto verde contro un paniere di sei valute principali, è sceso dello 0,3% a 79,31.
Dopo la chiusura dei mercati di ieri, l'American Petroleum Institute ha dichiarato che le scorte greggio USA sono salite di 2,9 milioni di barili la scorsa settimana, a 337,8 milioni, mentre le scorte di benzina sono salite di 1,81 milioni.
I traders del petrolio attendono il report settimanale della US Energy Information Administration sulle scorte statunitensi di greggio e prodotti raffinati per misurare la forza della domanda di petrolio del principale consumatore di petrolio mondiale.
Si prevede che il rapporto dimostrerà che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono aumentate di 1,7 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per le scorte di benzina è stato previsto un aumento di 0,7 milioni di barili.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna ad aprile sono stati scambiati a 118,23 dollari al barile, in salita dello 0,75%, 16,18 dollari al barile in più rispetto alla controparte statunitense.
I prezzi Brent sono stati spinti dai timori per l’eventuale interruzione delle forniture dal Sudan del Sud, per i conflitti con il Sudan.
Sudan e Sudan del Sud hanno firmato nel 2005 un trattato di pace che ha messo fine a decenni di guerra civile, ma i due paesi continuano a scontrarsi su importanti questioni: petrolio, debito e confini.