di Christopher Thompson
LONDRA (Reuters) - "Dopo di me, il diluvio". La frase apocrifa attribuita allo sconfitto Re Luigi XV di Francia potrebbe benissimo essere stata pronunciata dall'amministratore delegato di Renault (PA:RENA), defenestrato di recente. Ieri sera la casa automobilistica francese da 14 miliardi di euro ha annunciato un enorme profit warning appena una settimana dopo l'improvvisa uscita di Thierry Bolloré. Dovendo affrontare un indebolimento della domanda, il risparmio dei costi proveniente da una combinazione con Nissan Motor o Fiat Chrysler Automobiles (MI:FCHA) aiuterebbe a mitigare la rapida contrazione degli utili.
L'AD ad interim Clotilde Delbos ha due problemi. Uno è il calo delle vendite: i ricavi dell'intero esercizio sono adesso attesi in flessione del 3-4% rispetto a quelli dell'anno scorso, anziché semplicemente piatti. L'altro problema è il deterioramento della redditività: la casa automobilistica ha tagliato le previsioni per il margine operativo di un punto percentuale al 5% a causa dei maggiori costi di sviluppo e di conformità. Il risultato complessivo è una riduzione di un quinto dell'utile operativo implicito del 2019 a 2,7 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Breakingviews basati su dati Refinitiv. In più, Delbos ha aggiunto che Renault potrebbe non generare free cash flow quest'anno. Gli azionisti potrebbero quindi dover sopportare un forte taglio dei dividendi.
Finora tutto terribile, anche se senza dubbio l'azienda può fare ben poco riguardo alla fiacchezza dell'economico globale. Il calo della domanda di automobili, soprattutto in Europa, è la ragione per cui anche la rivale Peugeot ha perso il 3% in avvio della seduta odierna.
L'aumento delle spese è un problema più grosso. Delbos attribuisce i costi crescenti soprattutto alla regolamentazione – leggi: le regole dell'Unione Europea sulle emissioni di CO2 che entreranno in vigore l'anno prossimo. Gli analisti Deutsche Bank (DE:DBKGn) prevedono che le spese incrementali saranno pari a 400 milioni di euro quest'anno. Data la necessità di motori più ecocompatibili, questi costi probabilmente non diminuiranno presto. A meno che Delbos non riesca a scaricarli sui consumatori europei, già impegnati a tirare la cinghia, il già fragile margine operativo di Renault sarà vulnerabile a un ulteriore crollo. Ipotizzando che rimanga costante rispetto al primo semestre, il margine della rivale Peugeot sarà maggiore di quasi quattro punti percentuali.
Ciò rende le sinergie a disposizione tramite una fusione con il partner Nissan o la rivale Fiat un imperativo per fermare l'emorragia degli utili. Il valore attuale stimato dei risparmi da una fusione con quest'ultima ammonta a circa 33 miliardi di euro, secondo i calcoli Breakingviews, comodamente al di sopra delle attuali capitalizzazioni di mercato di entrambe le società. Il calo del 12% del prezzo delle azioni di oggi suggerisce che gli investitori sono scettici sulla capacità di Renault di prendere per le corna il toro della fusione. Se non lo fa, potrebbe arrivare un diluvio peggiore.