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Oro al massimo di 2 settimane tra timori per la Brexit e inflazione USA debole

Pubblicato 13.03.2019, 14:00
© Reuters.

Investing.com - Il prezzo dell’oro sale al massimo di due settimane questo mercoledì, il metallo giallo viene supportato dalle incertezze che circondano la Brexit.

Sul Comex, i future dell’oro scendono di 9,25 dollari, o dello 0,7%, a 1.307,35 dollari l’oncia troy alle 9:00 ET (13:00 GMT), dopo essere saliti al massimo di 1.309,40 dollari, massimo dal 1° marzo.

Intanto, l’oro spot si attesta a 1.307,18 dollari l’oncia, in salita di 5,65 dollari, o dello 0,4%.

I legislatori britannici hanno bocciato il piano di divorzio dall’Unione Europea proposto dal Primo Ministro Theresa May ieri, costringendo il Parlamento a dover decidere nel giro di pochi giorni se appoggiare una Brexit senza accordo o chiedere un rinvio dell’ultimo minuto.

I legislatori voteranno alle 15:00 ET (19:00 GMT) per decidere se il Regno Unito debba uscire dall’UE senza accordo.

Se, come previsto, il Parlamento boccerà l’idea di uscire senza accordo il 29 marzo, ci sarà un altro voto domani per decidere se chiedere all’UE di avere più tempo, e quindi di rinviare l’uscita.

“Gli speculatori in tutto il mondo stanno scommettendo che i clienti retail compreranno l’oro nei timori di una hard Brexit, che è ora più probabile, desiderosi di protezione dalle conseguenze negative”, afferma l’analista di Quantitative Commodity Research Peter Fertig.

Il metallo giallo è generalmente considerato un rifugio nei periodi di incertezza politica ed economica.

“Il fatto che il metallo prezioso abbia infranto la soglia di 1.300 dollari rappresenta un segnale positivo, aprendo la strada ad ulteriori rialzi”, scrive in una nota Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades.

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Ad alimentare l’appeal dell’oro hanno contribuito i dati USA deboli sull’inflazione, che vanno ad aggiungersi alla raffica di dati economici sottotono pubblicati dalla nazione, supportando l’approccio “paziente” della Federal Reserve sugli aumenti dei tassi.

Il Dipartimento per il Lavoro USA quest’oggi ha reso noto che l’indice sui prezzi alla produzione per la domanda finale è salito dello 0,1% il mese scorso, spinto dalla ripresa del costo della benzina. Nei 12 mesi terminati a febbraio, l’indice IPP ha visto un aumento dell’1,9%. Si tratta dell’aumento minore dal giugno 2017.

E segue i dati di ieri da cui è emerso che l’indice dei prezzi al consumo ha segnato l’incremento annuo minore in quasi 2 anni e mezzo.

Sempre sul Comex, i future dell’argento vanno su di 6,4 centesimi, o dello 0,4%, a 15,47 dollari l’oncia troy.

I future del palladio rimbalzano dell’1,1% a 1.507,00 dollari l’oncia, mentre il platino schizza dell’1,5% a 844,05 dollari l’oncia.

-- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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