Investing.com - I futures dell’oro sono in calo nella mattinata di questo giovedì, dopo l’aumento del 2,7% segnato nella seduta precedente; negli USA è il terzo giorno di paralisi federale.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono stati scambiati a 1.313,40 dollari l’oncia troy, in calo dello 0,55%.
I prezzi sono rimasti nel range tra 1.309,50 dollari l’oncia troy, il minimo giornaliero, ed il massimo della seduta di 1.317,00 dollari l’oncia troy.
Il contratto di dicembre è salito del 2,69% mercoledì, a 1.320,70 dollari l’oncia troy.
Supporto a breve termine a 1.278,20 dollari l’oncia troy, il minimo di mercoledì, e minimo dal 7 agosto e resistenza a 1.337,80, massimo del 1° ottobre.
I prezzi sono saliti mercoledì, con il dollaro USA che si è indebolito nei timori che la paralisi federale possa pesare sulla ripresa economica e spingere la Federal Reserve a mantenere il programma di stimolo.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute è sceso al minimo di nove mesi di 79,84, prima di attestarsi a 80,00.
Gli investitori continuano a soppesare le implicazioni del protrarsi di una paralisi federale.
Il Presidente Barack Obama ha incontrato i leader Repubblicani e Democratici del Congresso ieri, sebbene una soluzione sia ancora lontana.
I mercati stanno valutando inoltre come lo stallo politico di Washington influenzerà i negoziati per aumentare il tetto massimo USA che, secondo il Dipartimento per il Tesoro USA, sarà raggiunto il 17 ottobre.
Moody's Investors Service ha avvertito che il mancato innalzamento del tetto del debito USA sarà per i mercati finanziari ancora più grave di un blocco del governo.
Si prevede che la paralisi federale parzialmente in corso ritarderà il rilascio dei dati economici questa settimana, tra cui i dati sull’occupazione non agricola di venerdì.
Ieri la società di elaborazione buste paga ADP ha dichiarato che l’occupazione non agricola ha segnato un aumento destagionalizzato 166.000 unità a settembre, superando l’aumento previsto di 180.000.
Il dato del mese precedente è stato rivisto al ribasso a 159.000 dall’aumento precedentemente riportato di 176.000.
I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dai traders dell’oro, in quanto mostrano se si rafforzano o si indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Il mese scorso la banca centrale USA ha deciso, con grande sorpresa dei mercati, di lasciare invariato lo stimolo monetario, dichiarando di voler vedere ulteriori prove di una ripresa economica sostenuta prima dell’allentamento.
Sul Comex, l’argento con consegna a dicembre è sceso dello 0,85% a 21,71 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a dicembre è salito dello 0,2% a 3,323 dollari la libbra.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a dicembre sono stati scambiati a 1.313,40 dollari l’oncia troy, in calo dello 0,55%.
I prezzi sono rimasti nel range tra 1.309,50 dollari l’oncia troy, il minimo giornaliero, ed il massimo della seduta di 1.317,00 dollari l’oncia troy.
Il contratto di dicembre è salito del 2,69% mercoledì, a 1.320,70 dollari l’oncia troy.
Supporto a breve termine a 1.278,20 dollari l’oncia troy, il minimo di mercoledì, e minimo dal 7 agosto e resistenza a 1.337,80, massimo del 1° ottobre.
I prezzi sono saliti mercoledì, con il dollaro USA che si è indebolito nei timori che la paralisi federale possa pesare sulla ripresa economica e spingere la Federal Reserve a mantenere il programma di stimolo.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute è sceso al minimo di nove mesi di 79,84, prima di attestarsi a 80,00.
Gli investitori continuano a soppesare le implicazioni del protrarsi di una paralisi federale.
Il Presidente Barack Obama ha incontrato i leader Repubblicani e Democratici del Congresso ieri, sebbene una soluzione sia ancora lontana.
I mercati stanno valutando inoltre come lo stallo politico di Washington influenzerà i negoziati per aumentare il tetto massimo USA che, secondo il Dipartimento per il Tesoro USA, sarà raggiunto il 17 ottobre.
Moody's Investors Service ha avvertito che il mancato innalzamento del tetto del debito USA sarà per i mercati finanziari ancora più grave di un blocco del governo.
Si prevede che la paralisi federale parzialmente in corso ritarderà il rilascio dei dati economici questa settimana, tra cui i dati sull’occupazione non agricola di venerdì.
Ieri la società di elaborazione buste paga ADP ha dichiarato che l’occupazione non agricola ha segnato un aumento destagionalizzato 166.000 unità a settembre, superando l’aumento previsto di 180.000.
Il dato del mese precedente è stato rivisto al ribasso a 159.000 dall’aumento precedentemente riportato di 176.000.
I dati statunitensi sono stati seguiti con attenzione dai traders dell’oro, in quanto mostrano se si rafforzano o si indeboliscono lo probabilità che la Fed riduca gli acquisti.
Il mese scorso la banca centrale USA ha deciso, con grande sorpresa dei mercati, di lasciare invariato lo stimolo monetario, dichiarando di voler vedere ulteriori prove di una ripresa economica sostenuta prima dell’allentamento.
Sul Comex, l’argento con consegna a dicembre è sceso dello 0,85% a 21,71 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a dicembre è salito dello 0,2% a 3,323 dollari la libbra.