Investing.com - Il prezzo dell’oro supera i 1.200 dollari questo giovedì, mentre gli investitori attendono i dati statunitensi previsti nel corso della seduta per avere maggiori indicazioni sulla forza dell’economia e la tempistica dell’aumento dei tassi di interesse.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, i futures dell’oro con consegna a giugno toccano il massimo intraday di 1.207,30 dollari l’oncia troy, il massimo dal 13 aprile, prima di attestarsi a 1.204,80 dollari negli scambi della mattinata europea, su di 3,50 dollari, o dello 0,29%.
Ieri, l’oro è salito di 8,70 dollari, o dello 0,73%, a 1.201,30 dollari. Supporto a 1.183,50 dollari, minimo dal 14 aprile e resistenza a 1.209,30 dollari, il massimo dal 13 aprile.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, scende dello 0,02% a 98,52 questa mattina.
Il biglietto verde resta sotto pressione dopo i dati di ieri che hanno mostrato un calo dello 0,6% della produzione industriale statunitense a marzo, la riduzione maggiore dall’agosto del 2012 e ben al di sopra delle aspettative degli analisti di un calo dello 0,3%.
I dati alimentano le speculazioni che la Federal Reserve possa scegliere di alzare i tassi di interesse alla fine del 2015 anziché a metà anno.
Nel corso della giornata, gli Stati Uniti pubblicheranno una serie di report, tra cui quelli sulle richieste di sussidio di disoccupazione, le concessioni edili, le nuove costruzione e l’attività manifatturiera nella regione di Philadelphia.
Intanto, l’incertezza legata alle trattative sul salvataggio della Grecia resta sotto i riflettori.
Il sentimento resta fragile da quando l’agenzia di rating Standard & Poor's ha declassato il rating sovrano della Grecia a “negativo” da “creditwatch negativo”.
“In assenza di riforme economiche radicali o ulteriori aiuti, prevediamo che il debito greco ed i suoi impegni finanziari diventino insostenibili", ha spiegato ieri S&P.
Sempre sul Comex, i futures dell’argento con consegna a maggio salgono di 14,9 centesimi, o dello 0,92% a 16,42 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a maggio subisce un’impennata di 3,5 centesimi, o dell’1,29%, a 2,748 dollari la libbra.
Il prezzo del rame resta supportato dalle speranze che i legislatori di Pechino introducano nuove misure di stimolo per dare slancio all’economia, tra i segnali di un indebolimento della crescita.
La nazione asiatica è il principale consumatore mondiale di rame, col 40% della richiesta globale lo scorso anno.