Di Ambar Warrick
Investing.com - I prezzi dell’oro e del rame hanno subito un ulteriore calo lunedì, mentre il dollaro ha toccato un nuovo massimo di 20 anni tra i crescenti timori di un aumento dei tassi di interesse e di una potenziale recessione economica.
I mercati dei metalli sono crollati la scorsa settimana dopo che la Federal Reserve ha aumentato i tassi d’interesse e ha messo in guardia da potenziali sofferenze economiche nel tentativo di combattere l’inflazione in salita.
Anche gli indicatori economici della zona euro e del Regno Unito hanno mostrato una marcata contrazione dell’attività imprenditoriale, alimentando i timori di una recessione e intaccando le prospettive di domanda per i mercati dei metalli.
L’oro spot è rimasto invariato intorno a 1.643,82 dollari l’oncia, mentre i future sull’oro sono scesi dello 0,3% a 1.651,30 dollari l’oncia alle 01:31 CEST. Entrambi gli strumenti sono scambiati al livello più basso dall’inizio del 2020, dopo aver registrato forti perdite la scorsa settimana.
L’indice del dollaro è in leggero calo questo lunedì dopo aver toccato brevemente un nuovo massimo da 20 anni. Si prevede che la forza del biglietto verde persisterà, dato che la Fed continuerà ad aumentare i tassi di interesse.
I prezzi dell’oro hanno subito forti perdite quest’anno, poiché la prospettiva di un aumento dei rendimenti ha spinto gli operatori verso il dollaro e i Treasury. Gli operatori si stanno ora posizionando per ulteriori cali dei prezzi del metallo, dato che la scorsa settimana l’oro è sceso al di sotto di due livelli di supporto chiave: 1.700 e 1.650 dollari.
Tra i metalli industriali, i future del rame sono scesi dello 0,4% lunedì a 3,3575 dollari la libbra, scambiando vicino ai minimi di due mesi. I prezzi del metallo rosso sono crollati di quasi il 5% la scorsa settimana, dopo che diversi dati economici deboli hanno sollevato preoccupazioni per un rallentamento della crescita economica globale.
I prezzi del rame sono stati particolarmente colpiti quest’anno dal rallentamento dell’economia del principale importatore, la Cina. Il rallentamento dell’attività industriale negli Stati Uniti e in Europa ha solo aggravato le recenti perdite.
Tuttavia, una potenziale contrazione dell’offerta, derivante da uno sciopero a Escondida, la più grande miniera di rame del mondo, potrebbe potenzialmente favorire i prezzi nel lungo termine.