Investing.com - I futures del petrolio sono in calo questo venerdì, con gli investitori che anticipano i dati sul PIL USA; intanto i timori sulla crescita mettono pressione sulla materia prima.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a dicembre sono stati scambiati a 85,56 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,59%.
Il sentimento è migliorato questo giovedì, dopo che la National Association of Realtors ha dichiarato che le vendite di case sono salito dello 0,3% a settembre, superando le aspettative di un aumento del 2%.
I dati sono giunti dopo i che un report del Dipartimento per il Commercio USA ha mostrato che il totale degli ordinativi di beni durevoli, compresi i mezzi di trasporto, sono saliti di un destagionalizzato 9,9% a settembre, contro le aspettative di un aumento del 7,1%.
Gli ordinativi di beni durevoli core, esclusi i mezzi di trasporto sono saliti di un destagionalizzato 2% lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento dello 0,8%.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato inoltre che il numero di persone che ha presentato istanza di sussidio di disoccupazione nella settimana scorsa è sceso a 369.000 da 392.000, contro le aspettative di un calo a 370.000.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
I traders continuano a seguire l’escalation di tensioni tra Siria e Turchia, e sulla possibilità che l’Iran supporto la Siria in questo conflitto.
Negli ultimi giorni gli scontri si sono spostati nel vicino Libano, alimentando i timori di un estensione del conflitto.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa producono il 36% della produzione mondiale e detengono il 52% delle riserve del 2011.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a dicembre sono scesi dello 0,46%, a 108,00 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 21,14 dollari al barile.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a dicembre sono stati scambiati a 85,56 dollari al barile nella mattinata europea, in calo dello 0,59%.
Il sentimento è migliorato questo giovedì, dopo che la National Association of Realtors ha dichiarato che le vendite di case sono salito dello 0,3% a settembre, superando le aspettative di un aumento del 2%.
I dati sono giunti dopo i che un report del Dipartimento per il Commercio USA ha mostrato che il totale degli ordinativi di beni durevoli, compresi i mezzi di trasporto, sono saliti di un destagionalizzato 9,9% a settembre, contro le aspettative di un aumento del 7,1%.
Gli ordinativi di beni durevoli core, esclusi i mezzi di trasporto sono saliti di un destagionalizzato 2% lo scorso mese, contro le aspettative di un aumento dello 0,8%.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato inoltre che il numero di persone che ha presentato istanza di sussidio di disoccupazione nella settimana scorsa è sceso a 369.000 da 392.000, contro le aspettative di un calo a 370.000.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
I traders continuano a seguire l’escalation di tensioni tra Siria e Turchia, e sulla possibilità che l’Iran supporto la Siria in questo conflitto.
Negli ultimi giorni gli scontri si sono spostati nel vicino Libano, alimentando i timori di un estensione del conflitto.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa producono il 36% della produzione mondiale e detengono il 52% delle riserve del 2011.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a dicembre sono scesi dello 0,46%, a 108,00 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 21,14 dollari al barile.