Di Peter Nurse
Investing.com - I prezzi del petrolio si indeboliscono nuovamente questo giovedì, tra la riduzione delle tensioni geopolitiche in Europa orientale e l’aumento del numero di casi di COVID-19 in Cina, che rischia di colpire l’attività economica del maggiore importatore di greggio al mondo.
Alle 16:00 CET, i future del greggio USA scendono del 2,3% ad 83,61 dollari al barile, mentre il contratto del Brent registra un calo dell’1,4% a 91,55 dollari, toccando i minimi di tre settimane.
La Cina ha registrato oltre 20.000 nuovi casi al giorno questa settimana, l’aumento più alto in circa sette mesi, e le autorità sanitarie sono quindi riluttanti a rivedere la rigida politica zero-COVID che ha rallentato la ripresa economica del Paese.
La seconda economia mondiale ha registrato un’inaspettata contrazione delle esportazioni e delle importazioni a ottobre, il primo crollo simultaneo dal maggio 2020, e all’inizio della settimana l’influente banca d’investimento JPMorgan ha tagliato le sue previsioni sulla crescita economica cinese, citando le restrizioni COVID-19 in corso nel Paese.
Il mercato ha visto i prezzi salire ieri dopo che un missile si è schiantato sul territorio di un membro della NATO, la Polonia, vicino al confine con l’Ucraina, sollevando il timore di un’escalation della guerra tra Ucraina e Russia.
Tuttavia, le tensioni si sono attenuate dopo che i funzionari della NATO hanno dichiarato che il missile è stato probabilmente lanciato per errore dalle difese aeree ucraine e non è quindi una mossa deliberata della Russia.
Altrove, i dati pubblicati ieri dalla Energy Information Administration hanno mostrato che le scorte di greggio negli Stati Uniti, il più grande consumatore di petrolio al mondo, sono diminuite di 5,4 milioni di barili la scorsa settimana.
Tuttavia, le scorte di benzina e di prodotti raffinati sono aumentate entrambe più del previsto.
Il quadro dell’offerta rimane comunque molto teso e sembra destinato a rimanere tale con le tanto attese sanzioni e il tetto ai prezzi del petrolio russo che entreranno in vigore tra poche settimane, il 5 dicembre.
Inoltre, la produzione statunitense di petrolio di scisto sta faticando a mettersi in pari.