Di Ambar Warrick
Investing.com - Balzo dei prezzi del greggio questo lunedì dopo che l'OPEC+ ha inaspettatamente tagliato la produzione per stabilizzare un mercato, quello del petrolio, colpito dalle prospettive di recessione e dalla crisi bancaria delle scorse settimane.
I futures sul Brent ribalzano al momento del 5,2% o di 5 dollari a 84,08 dollari al barile, il livello più alto in quasi un mese, mentre i futures sul West Texas Intermediate segnano un aumento del 5% a 79,55 dollari al barile, vicino ai livelli visti a fine gennaio.
L'OPEC+, il cartello formato dall'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio ed alleati, hanno fatto sapere domenica sera che la produzione verrà ridotta di circa 1,16 milioni di barili al giorno (bpd), smentendo quando le precedenti aspettative per un mantenimento dei livelli di produzione decisi nella scorsa riunione.
Il taglio si aggiunge alla decisone presa ad ottobre da parte del cartello di ridurre l'output di 2 milioni di bpd, oltre ai 500.000 bpd in meno promessi dalla Russia, portando la riduzione totale dal mercato a 3,66 milioni di barili al giorno.
L'Arabia Saudita, che guida il cartello dei Paesi produttori, rappresenta la maggior parte dell'ultimo taglio, pari a 500.000 bpd, seguita da un taglio di 211.000 bpd da parte dell'Iraq e da un taglio di 144.000 bpd da parte degli Emirati Arabi Uniti.
La mossa, annunciata inaspettatamente domenica, precede la riunione virtuale del Comitato ministeriale di monitoraggio dell'OPEC prevista per lunedì.
Dopo il taglio, la banca d'investimento Goldman Sachs (NYSE:NYSE:GS) ha aumentato le sue previsioni sul prezzo del Brent di 5 dollari, portandolo a 95 dollari al barile entro dicembre 2023, mentre l'amministrazione Biden ha dichiarato che i tagli dell'OPEC "non sono consigliabili e che continuerà a puntare sulla riduzione dei prezzi della benzina per i consumatori. In questo senso, la Casa Bianca ha liberato oltre 100 milioni di barili di greggio dalla Strategic Petroleum Reserve dal 2022 ad oggi.