Investing.com - I futures dell’oro sono stabili stamane, gli investitori hanno bloccato i profitti dopo la forte impennata del 4% di ieri, nonostante siano previsti ulteriori rialzi con le aspettative per un maggiore allentamento quantitativo dalla Federal Reserve dopo i dati deboli sull’occupazione USA rilasciati venerdì.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad agosto a 1.621,45 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,05%.
Il contratto di agosto è stato scambiato in un range tra 1.629,55 dollari l’oncia troy, il massimo giornaliero ed il minimo della sessione di 1.616,35.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a 1.532,55 dollari l’oncia troy, il minimo del 30 maggio e resistenza a 1.639,05, il massimo dell’8 maggio.
Venerdì i futures dell’oro hanno segnato il loro massimo guadagno giornaliero degli ultimi 3 anni, dopo i dati rilasciati venerdì dal Dipartimento del Lavoro hanno mostrato che l’economia ha aggiunto solo 69.000 posti di lavoro il mese scorso, contro le aspettative di un aumento di 150.000.
Il tasso di disoccupazione è salito all’8,2% dall’8,1%, il primo aumento negli ultimi 11 mesi.
Il numero di nuovi posti di lavoro creati ad aprile è sceso a 77.000 dalla stima originale di 115.000, mentre la crescita di marzo è stata rivista a 143.000 dalla stima precedente di 154.000.
I dati deboli hanno aumentato i timori che la crisi della zona euro stia avendo un impatto negativo sulla crescita globale ed ha alimentato i timori sulla prospettiva di un terzo round di allentamento monetario dalla banca centrale statunitense.
Gli investitori dell’oro saranno concentrati sui dati del secondo trimestre, per avere degli indizi circa l’eventuale nuovo round di allentamento monetario, che potenzialmente potrebbe danneggiare il dollaro e spingere l’oro.
Il sentimento sull’euro è rimasto negativo, nei timori che Madrid debba essere costretta a chiedere un salvataggio internazionale per via di costi finanziari insostenibili.
Vincent Reinhart, capo economista di Morgan Stanley ed ex funzionario della Federal Reserve, ha dichiarato venerdì che c'è un 80% di possibilità di un annuncio di un ulteriore allentamento quantitativo nel corso della riunione della Fed del 19 e 20 giugno.
“La crescita dell'occupazione più lenta, l’aggravarsi della crisi nei mercati europei ed una visione poco incoraggiante sulla capacità dei politici statunitensi di tenersi alla larga dello scoglio fiscale rende probabile che la Fed rivedrà al ribasso le sue previsioni”, ha scritto in una nota ai clienti venerdì.
L’allentamento quantitativo (QE) è stato un fattore chiave nel rialzo dell’oro, perché mantiene i tassi d'interesse e gli oneri finanziari bassi, il che rende l'oro più attraente rispetto ad attività con rendimenti regolari come obbligazioni o azioni.
L’oro quest’anno ha guadagnato il 15%, quanto ha toccato 1.790 dollari l’oncia troy dopo che la Fed ha dichiarato a gennaio che avrebbe tenuto gli interessi prossimi allo 0 fino alla fine del 2014, indicando la probabilità di un nuovo round di acquisti.
Tuttavia, dalla fine di febbraio i prezzi sono scesi del 9%, nei timori crescenti per l’aggravarsi della crisi del debito europeo, che hanno spinto la domanda del metallo giallo e del biglietto verde.
Il rialzo dell’oro di venerdì può essere visto come un segno di ripresa del metallo come bene rifugio. Recentemente l’oro aveva perso l’appeal di bene rifugio, contro dollaro, bond del Tesoro e Bund Tedeschi.
Intanto gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi attorno alla situazione finanziaria iberica insieme ai timori di un’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro.
Sul Comex, l’argento con consegna a luglio ha segnato un calo dello 0,65% a 28,32 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a luglio ha segnato -1,9% a 3,251 dollari la libbra.
La divisione Comex del New York Mercantile Exchange, ha scambiato i futures dell’oro con consegna ad agosto a 1.621,45 dollari l’oncia troy nella mattinata europea, in calo dello 0,05%.
Il contratto di agosto è stato scambiato in un range tra 1.629,55 dollari l’oncia troy, il massimo giornaliero ed il minimo della sessione di 1.616,35.
I futures dell’oro hanno trovato supporto a 1.532,55 dollari l’oncia troy, il minimo del 30 maggio e resistenza a 1.639,05, il massimo dell’8 maggio.
Venerdì i futures dell’oro hanno segnato il loro massimo guadagno giornaliero degli ultimi 3 anni, dopo i dati rilasciati venerdì dal Dipartimento del Lavoro hanno mostrato che l’economia ha aggiunto solo 69.000 posti di lavoro il mese scorso, contro le aspettative di un aumento di 150.000.
Il tasso di disoccupazione è salito all’8,2% dall’8,1%, il primo aumento negli ultimi 11 mesi.
Il numero di nuovi posti di lavoro creati ad aprile è sceso a 77.000 dalla stima originale di 115.000, mentre la crescita di marzo è stata rivista a 143.000 dalla stima precedente di 154.000.
I dati deboli hanno aumentato i timori che la crisi della zona euro stia avendo un impatto negativo sulla crescita globale ed ha alimentato i timori sulla prospettiva di un terzo round di allentamento monetario dalla banca centrale statunitense.
Gli investitori dell’oro saranno concentrati sui dati del secondo trimestre, per avere degli indizi circa l’eventuale nuovo round di allentamento monetario, che potenzialmente potrebbe danneggiare il dollaro e spingere l’oro.
Il sentimento sull’euro è rimasto negativo, nei timori che Madrid debba essere costretta a chiedere un salvataggio internazionale per via di costi finanziari insostenibili.
Vincent Reinhart, capo economista di Morgan Stanley ed ex funzionario della Federal Reserve, ha dichiarato venerdì che c'è un 80% di possibilità di un annuncio di un ulteriore allentamento quantitativo nel corso della riunione della Fed del 19 e 20 giugno.
“La crescita dell'occupazione più lenta, l’aggravarsi della crisi nei mercati europei ed una visione poco incoraggiante sulla capacità dei politici statunitensi di tenersi alla larga dello scoglio fiscale rende probabile che la Fed rivedrà al ribasso le sue previsioni”, ha scritto in una nota ai clienti venerdì.
L’allentamento quantitativo (QE) è stato un fattore chiave nel rialzo dell’oro, perché mantiene i tassi d'interesse e gli oneri finanziari bassi, il che rende l'oro più attraente rispetto ad attività con rendimenti regolari come obbligazioni o azioni.
L’oro quest’anno ha guadagnato il 15%, quanto ha toccato 1.790 dollari l’oncia troy dopo che la Fed ha dichiarato a gennaio che avrebbe tenuto gli interessi prossimi allo 0 fino alla fine del 2014, indicando la probabilità di un nuovo round di acquisti.
Tuttavia, dalla fine di febbraio i prezzi sono scesi del 9%, nei timori crescenti per l’aggravarsi della crisi del debito europeo, che hanno spinto la domanda del metallo giallo e del biglietto verde.
Il rialzo dell’oro di venerdì può essere visto come un segno di ripresa del metallo come bene rifugio. Recentemente l’oro aveva perso l’appeal di bene rifugio, contro dollaro, bond del Tesoro e Bund Tedeschi.
Intanto gli investitori continuano a monitorare gli sviluppi attorno alla situazione finanziaria iberica insieme ai timori di un’eventuale uscita della Grecia dalla zona euro.
Sul Comex, l’argento con consegna a luglio ha segnato un calo dello 0,65% a 28,32 dollari l’oncia troy, mentre il rame con consegna a luglio ha segnato -1,9% a 3,251 dollari la libbra.