Investing.com – Gli ideatori di Facebook (NASDAQ:FB), i fratelli gemelli Tyler e Cameron Winklevoss, sono i primi miliardari delle criptovalute. I due, infatti, nel 2013 avevano investito in Bitcoin undici milioni di dollari, ricavati dalla vittoria ottenuta dalla causa contro Mark Zuckerberg che ne reclamava la reale paternità.
Il valore del Bitcoin all’epoca era di 120 dollari, mentre oggi la moneta virtuale sta sfiorando i 12 mila dollari sul mercato Usa del Bitfinex, rendendo i due detentori di una cifra che si aggira intorno al miliardo di dollari, segnando un guadagno del 10 mila per cento.
Nel frattempo si moltiplicano le critiche intorno alle criptovalute, con l’ad di Intesa Sanpaolo (MI:ISP), Carlo Messina, che al Tg5 ha descritto il Bitcoin come “una bolla speculativa”.
“Quando una valuta sale da mille dollari nel giro di un anno, si tratta di variazioni assolutamente speculative”, ha spiegato Messina, aggiungendo che “il grosso problema è che non esiste una regolamentazione, quindi c’è oggettivamente un fattore di rischio che potrebbe anche prestarsi a delle forme di riciclaggio”.
Proprio sul problema della regolamentazione che Messina pone l’accento, affermando che “le autorità finanziarie internazionali dovrebbero occuparsi assolutamente di questo”, in quanto “l’innovazione sarà sempre più un fattore propulsivo del mondo della finanza e deve esserlo, ma la regolamentazione da parte dei supervisori è indispensabili”.
Un’altra voce critica nei confronti delle criptomonete è quella di Davide Serra, fondatore del fondo Algebris, che su Twitter (immagine seguente) ha affermato: “il Bitcoin è uno strumento per ripulire il denaro per criminali ed evasori fiscali che è stato trasformato nel più grande schema Ponzi di tutti i tempi con un valore di 160 miliardi di dollari (3 volte Mordoff) e io sono stupefatto che non ci sia un solo regolatore che faccia qualcosa. Semplicemente incredibile”.