Dopo il boom di qualche tempo fa, Bitcoin e compagnia sembrano scomparsi dai radar, complice anche l’eclissarsi di alcuni protagonisti della scena. Ma è davvero così?
In principio ci fu un’idea. L’idea di una finanza decentralizzata che potesse fare a meno delle banche per passare il ‘potere’ direttamente in mano alle persone.
In principio ci fu un’idea, ma poi non si sa bene che fine abbia fatto questa idea.
Le criptovalute hanno cavalcato un’onda gigantesca, spingendo tantissime persone a spulciarsi miriadi di video e articoli su cosa fosse la blockchain, su quali fossero le migliori cripto e su come arricchirsi con i propri wallet digitali. Il panorama degli investitori si è arricchito di figure nuove, per lo più amanti del rischio, aggiungendo un nuovo asset ai possibili scenari sui mercati. Come in tutti i casi simili, si era creata una paura di perdere il proverbiale treno, nella prospettiva di essere tagliati fuori dal trend del futuro – i più bravi sintetizzerebbero con la sigla FOMO, Fear of Missing Out.
Ma ora che l’onda dell’entusiasmo si è trasformata in un cheto laghetto di montagna, cosa rimane delle cripto? Una nicchia di specialisti, oppure un flebile lumicino destinato a spegnersi?
E sfatiamo subito un mito: ‘Bitcoin’ e ‘criptovalute’ non sono sinonimi.
IL CASO SILVERGATE
Era il 2008 quando è stato registrato il dominio bitcoin.org e tuttora è ancora il più cercato e visitato del settore. Era 2014 quando Silvergate Bank lascia il settore immobiliare per approdare nel magico mondo delle cripto. Era, ed è, il 2023 quando la stessa Silvergate ha annunciato di dover chiudere i battenti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge