Nuovo livello record per la tassazione alle imprese italiane, che arriva al 59% nel 2019 (dal 53,1% del 2018) come anticipa a Financialounge.com Cetti Lauteta, responsabile per lo Studio Ambrosetti del Global Attractiveness Index. In Europa peggio dell’Italia solo la Francia con il 60,7%
Non si ferma la pressione fiscale sulle aziende. Se nel 2017 era al 48%, poi è salita l’anno successivo al 53,1% e nel 2019 ha raggiunto la cifra record del 59% che fa dell’Italia il secondo paese con le imprese più vessate in Europa, appena sotto la Francia (60,7%), mentre la Germania è al 48,8%, la Spagna al 47% e il Regno Unito, tra le migliori performance, al 30,6%. “C’è una necessità urgente di agire sul sistema fiscale, con una semplificazione soprattutto dell’apparato burocratico a carico delle aziende”, spiega a Financialunge.com Cetti Lauteta, responsabile per lo Studio Ambrosetti del progetto di ricerca “Global Attractiveness Index”. Lo studio è un vero e proprio termometro sulla competitività delle aziende in 144 Paesi che rappresentano il 93% della popolazione mondiale e il 99% del Pil complessivo ed è tra i pochi indici redatti a livello mondiale ad essere calcolato “a ritroso”, per tenere conto dell’aggiornamento delle serie storiche effettuato dai principali istituti di rilevazione internazionale.
ITALIA POCA ATTRATTIVA PER GLI INVESTIMENTI ESTERI
“La pressione fiscale in questi anni a carico delle aziende italiane è continuata ad aumentare – prosegue Lauteta – parliamo di tutte le tasse che le aziende pagano, da quelle sui profitti a quelle sul lavoro e tutto questo influisce anche sull’attrattività degli investimenti diretti esteri, visto che il nostro Paese è solo al 25esimo posto”. Cosa fare allora per cercare di tagliare la pressione fiscale che grava sul nostro sistema? “Certamente bisogna agire per uno snellimento delle norme burocratiche che sono gravano sulle pmi a partire da una pubblica amministrazione più efficiente”, è la risposta di Lauteta...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge